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Attualità martedì 23 ottobre 2018 ore 11:52

Aggressioni in corsia, vigilanti e telecamere

Nei prossimi mesi la Regione Toscana adotterà una serie di misure negli ospedali per garantire maggiore agli operatori sanitari



FIRENZE — Installazione di sistemi di videosorveglianza e allarme, un apposito corpo di vigilanza, supporto psicologico al personale aggredito, un osservatorio regionale coordinato dal settore sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono alcune delle misure urgenti che la Regione intende mettere in atto nei prossimi mesi per contrastare gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari che sempre più spesso si verificano nei pronto soccorso e negli ospedali della Toscana. Le prevede una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nella seduta di ieri.

"Negli ultimi anni sono indubbiamente aumentati gli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Lo raccontano le cronache e lo mostrano anche studi specifici condotti sull'argomento - dice l'assessore Saccardi - Questi episodi, oltre a mettere a rischio l'incolumità fisica degli operatori, crerano un clima di insicurezza e provocano negli operatori stress e disturbi psicologici. Per questo come Regione abbiamo ritenuto urgente intervenire, prima di tutto per monitorare la situazione, e poi per mettere in atto una serie di iniziative tese e prevenire, scoraggiare e contrastare i possibili atti di violenza. Alcune di queste iniziative sono già state intraprese dalle aziende sanitarie, ora questa delibera impegna tutte le Asl ad attuarle nel giro di pochi mesi".

Il fenomeno non riguarda solo gli ospedali toscani, ma è diffuso anche nelle altre regioni. Recentemente, anche presso il Ministero della salute si è insediato un Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari, con il compito di raccogliere dati, fare proposte per la prevenzione, per nuove norme di legge, per misure amministrative e organizzative. Tra i motivi di questo aumento di violenza, senza dubbio un cambiamento di atteggiamento culturale nei confronti del personale sanitario, ritenuto responsabile di attese, ritardi e qualsiasi situazione di presunta "malasanità", senza che invece venga considerato il lavoro efficace e competente della maggioranza degli operatori sanitari.


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