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Attualità venerdì 09 dicembre 2016 ore 18:39

Accelerata sul caso Banca Etruria

Roberto Rossi, procuratore Arezzo

Si stringe sul filone truffa. Sarà un super lavoro per la procura di Arezzo che vuole accorciare i tempi e chiudere al più presto le indagini



AREZZO — Banca Etruria, obiettivo stringere sulle grosse distrazioni patrimoniali a beneficio di aziende decotte ed arrivare alla chiusura del filone bancarotta in tempi che potrebbero essere più rapidi di quelli prospettati inizialmente. 

E' la finalità della procura di Arezzo che in questi giorni sta accelerando, come sottolineato dal quotidiano La Nazione, proprio su questo punto. La Guardia di finanza sta completando, anche in questi giorni di ponte dell'Immacolata, gli accertamenti e presto il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi che coordina il pool investigativo potrebbe chiudere le indagini. 

Ritmo accelerato anche per il filone truffa. Attualmente i direttori che hanno ricevuto avvisi di chiusura indagine sono una ventina, stando a quanto emerge però potrebbero arrivare, entro febbraio, ad un numero molto più consistente. Gli interrogatori di ogni singolo risparmiatore che ha sporto querela dopo l'azzeramento imposto dal decreto salvabanche del 22 novembre 2015 vanno avanti e di conseguenza progressivamente aumenta anche il numero dei direttori che finiscono per ricevere avvisi di chiusura indagine. Anche in questo caso i tempi, nonostante l'enorme mole di lavoro che costringerà la procura aretina a un super impegno anche natalizio, potrebbero essere davvero brevi. 

Nella ricostruzione dei pm aretini i direttori avrebbero convocato i clienti i cui investimenti erano in scadenza, prospettando loro la possibilità di ricollocarli in bond altrettanto sicuri e redditizi. Invece "l'investimento proposto era in realtà una speculazione ad alto tasso di rischio", sia per la natura intrinseca delle subordinate che per le condizioni di Etruria. 

E poi "l'intensa attività di convincimento verbale e il rapporto fiduciario privarono di ogni reale efficacia informativa i prospetti sottoscritti", nei quali in effetti era messa nero su bianco la natura delle obbligazioni e i loro pericoli. Ma, "senza la mediazione di una persona esperta", il cliente non aveva la possibilità di rendersene conto e finiva con una firma "senza cognizione e senza reale lettura, in ragione delle rassicurazioni del funzionario".


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