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Lavoro venerdì 18 aprile 2014 ore 18:43

Artigianato, la crisi ha tagliato altre 1000 imprese

Dati diffusi dalla Cna Toscana. Tamburini ''Un disastro, ci vogliono investimenti''. Ma il fatturato 2013 resta sopra ai sei miliardi di euro



TOSCANA — Nel mese di gennaio hanno cessato l'attività 1935 imprese artigiane contro 851 nuove aperture. Il saldo parla di una perdita di 1084 aziende.
''Dal 2008 ad oggi la crisi ha messo al tappeto 7500 artigiani con la cancellazione di 22.500 posti di lavoro - ha ricordato il presidente di Cna Toscana Valter Tamburini - E' il risultato di una politica fatta solo di tagli e tasse. Il rigore è necessario ma senza investimenti e senza il rilancio dei consumi porta all'indebolimento progressivo e alla distruzione del sistema produttivo''.
''Con un fatturato nel 2013 che resta ben oltre i sei miliardi di euro - continua Tamburini - l'artigianato toscano rappresenta ancora la base fondamentale per l'economia toscana. Adesso ci vogliono riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica e al tempo stesso innovazione, ricerca e accellerazione delle opere pubbliche''.
Per quanto riguarda le competenze della Regione Toscana, secondo la Cna è necessario procedere il più velocemente possibile nella cantierizzazione delle opere pubbliche e nell’utilizzo dei Fondi residui per gli incentivi pubblici rivolti alle reti, all’internazionalizzazione e all’innovazione.
''La Regione deve garantire sostegno anche ad Artigiancredito Toscano - aggiunge Tamburini - E' uno strumento insostituibile che facilita l’accesso al credito  e che ha funzionato da ammortizzatore sociale per le piccole imprese in difficoltà. In assenza della garanzia, l’accesso al credito sarebbe precluso alla quasi totalità delle micro e piccole imprese, con conseguenze facilmente intuibili in termini di crisi aziendali e di chiusure”.

I dati della Toscana
A livello territoriale il 20,1% del totale delle cessazioni è in provincia di Firenze (389 imprese), il 14,9% in provincia di Lucca (289 imprese) e il 13% in provincia di Prato (251 imprese). Delle 1.935 imprese artigiane cessate, il 43,5% (cioè 841) operava nel settore delle costruzioni, il 29,3% (567) nel manifatturiero ed il rimanente 27,1% (525) nel comparto dei servizi.

Il 49,8% delle cessazioni in provincia di Prato ha riguardato imprese operanti nel comparto manifatturiero, seguita da Pistoia con il 33,9% del totale provinciale. Nelle costruzioni si osserva una quantità elevata di cessazioni nelle province di Siena (54,6%), Livorno (51,6%), Massa Carrara (48,8%) e Lucca (48,1%). Nei servizi, infine, le quote più elevate si registrano nelle province di Grosseto (37,7%), Livorno (32%) e Arezzo (30,8%).

Le nuove iscrizioni all’Albo (851) sono concentrate numericamente nella provincia di Firenze, con 154 nuove imprese (il 18,1% del totale regionale), seguita da Lucca (118, 13,9%), da Prato (93, 10,9%) e da Arezzo (93, 10,9%). A livello settoriale, il 36,2% di queste 851 nuove imprese iscritte all’Albo Artigiano nel corso di gennaio opera nelle costruzioni (308 unità), mentre il 34,7% (295) svolge la propria attività nel comparto manifatturiero. Il restante 29,1% (248) opera infine nel comparto dei servizi. La provincia in cui è più elevata la quota di iscrizioni nel comparto manifatturiero è Prato (64 imprese), seguita da Pistoia (40,9%) e Firenze (40,3%). Nelle costruzioni mostrano quote più elevate le province di Siena (55%), Massa Carrara (48,3%), e Lucca (45,8%); nei servizi i valori più alti si riscontrano a Grosseto (42,6%), Pisa (37,5%) e Livorno (37,2%).


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