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Attualità mercoledì 14 gennaio 2015 ore 12:31

"Fidi non informata, si tuteli". Bufera su Chil

L'assessore regionale Simoncini: "Nessuna informazione ricevuta sulla trasformazione dell'azienda del padre di Renzi". E Donzelli torna ad attaccare



FIRENZE — Secondo quanto ricostruito dall'assessore regionale durante l'odierna seduta del consiglio regionale, il regolamento di Fidi Toscana prevede "l'obbligo per la banca finanziatrice di comunicare a Fidi Toscana le informazioni in suo possesso, fra cui quello sull'assetto proprietario delle imprese finanziate", ma "Fidi non fu informata della trasformazione di Chil" e in particolare della "cessione di ramo aziendale che ha portato alla nascita di Chil Post".

Simoncini, insomma, non blinda la posizione dell'azienda del padre del premier e piuttosto sollecita la finanziaria regionale a intraprendere strade di auto-tutela spiegando che "è competenza e responsabilità degli organi di Fidi Toscana valutare se esistono i presupposti per procedere a tutela del proprio patrimonio, di quello assegnatogli, e contro un eventuale non rispetto delle norme e dei regolamenti".

Quanto alla richiesta avanzata sempre da Donzelli sul fatto se il presidente Rossi e la Giunta regionale ritenessero corretti ed etici i comportamenti della famiglia Renzi, Simoncini ha replicato che "la società in questione è stata considerata e valutata al pari di qualsiasi impresa". Precisando, infine, che la misura di garanzia della quale ha beneficiato Chil "è stata attivata a inizio 2009 per contrastare la crisi e, fino alla sua chiusura nell'estate 2012, ha assistito ben 5.687 imprese toscane, permettendo la concessione di oltre 1,126 miliardi di euro di finanziamenti da parte del sistema del credito, garantito da fondi pubblici".

Il consigliere regionale di Fdi, dal canto suo, alla luce delle parole di Simoncini torna ad attaccare. "Ora sappiamo dalla Regione - tuona - che l'azienda della famiglia Renzi ha omesso di comunicare dei dati e in seguito a questa omissione ha ricevuto soldi pubblici per ripianare un debito aziendale. E' una situazione inaccettabile".


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