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Attualità lunedì 20 aprile 2015 ore 18:46

Cna e Anci, un decalogo per appalti "puliti"

Dalle costruzioni al tessile ai trasporti, sindaci e artigiani chiedono norme più semplici e controlli più severi: "Fermiamo le infiltrazioni"



FIRENZE — Tra 2011 e 2014 in Toscana sono stati siglati 38.432 contratti per la fornitura di servizi o lavori pubblici dal valore di oltre 40 mila euro l'uno. Importo complessivo 21 miliardi e 687 milioni

Un vero e proprio "tesoretto" che non può che fare gola alle mafie che, come testimoniano i 4 casi assurti all'onore delle cronache tra il 2014 e l'inizio del 2015 a Pisa, Grosseto e Massa Carrara, si sono infiltrate anche nel sistema degli appalti pubblici toscani.

Da qui la scelta della Cna e dell'Anci Toscana di organizzare una tavola rotonda dal titolo "La Pubblica amministrazione, le imprese e la cultura della legalità", cui hanno partecipato il sottosegretario alla giustizia, Cosimo Maria Ferri, la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi e il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo

"Nel pacchetto anticorruzione a cui sta lavorando il ministero della Giustizia - ha detto Ferri -, c'è la questione delle pene. Alzare le pene non risolve, ma certo è un segnale forte. Nel pacchetto anticorruzione permettiamo poi di patteggiare le pene e riti alternativi solo se restituisci la tangente o ciò che hai rubato". 

Non solo. "Il governo - ha proseguito il vice di Orlando -  sta lavorando sul versante della confisca dei beni che è un altro tema importante. C'è inoltre il falso in bilancio che è un aspetto molto sentito e che ci chiedevano da tempo le forze di polizia e magistratura".

Anci e Cna da parte loro si sono impegnati a realizzare azioni congiunte e definire focus specifici, ed in particolare a ''programmare l'attività formativa che interessi congiuntamente i Comuni della Toscana e le aziende associate a Cna Toscana ed organizzare attività formative e seminariali".

La Cna nei prossimi giorni metterà nero su bianco un decalogo insieme alla fondazione Caponnetto  per semplificare la legislazione in materia di edilizia, rafforzare i sistemi dei controlli, rafforzare l'Osservatorio regionale dei lavori pubblici e centralizzare le stazioni appaltanti. 

Ma anche per tutelare il Made in italy e combattere la contraffazione sia dei prodotti che delle professioni.


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