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Politica martedì 13 dicembre 2016 ore 10:40

Il Comune dovrà pagare per il canile mai costruito

Il Tar boccia il ricorso di Marciana Marina contro il piano di successione dell'ex Unione dei Comuni e condanna al pagamento della progettazione



MARCIANA MARINA — Quella che si è messa in moto lo scorso 9 dicembre nelle aule giudiziarie del Tar toscano potrebbe essere una valanga pronta a precipitare sui bilanci comunali degli enti elbani.

I giudici amministrativi, con una sentenza pubblicata nella serata di ieri, in un colpo solo bocciano il ricorso presentato da Marciana Marina contro uno degli atti derivanti dal piano di successione della disciolta Unione dei Comuni e realizzano i timori dei sindaci dell'isola dopo il colpo di mano di Portoferraio che al "ricorso madre" ha rinunciato.

Si apre dunque una crepa nella diga e le conseguenze per le finanze comunali sono ancora da capire appieno anche se l'ordine di grandezza dei debiti che si dovrebbero accollare i comuni pare viaggiare intorno alla decina di milioni di euro.

Il ricorso. L'amministrazione guidata da Andrea Ciumei, e difesa dagli avvocati Francesca Mazzonetto e Carlo Mongiat, si era opposta al decreto del Commissario liquidatore della disciolta Unione di Comuni che riguardava in particolare la realizzazione canile comprensoriale, opera progettata e mai realizzata e per la quale si prevedeva la restituzione delle somme alla Regione (135mila euro) e al Ministero della Salute (32mila euro).

La linea di difesa di Marciana Marina verteva sulla sua non appartenenza all'Unione dei Comuni  e per questo aveva chiamato in causa  il comune di Portoferraio, quello di Capoliveri e la Regione Toscana, l'ente cioè che aveva gestito a più riprese il passaggio da Camunità Montana a Unione dei Comuni e il successivo scioglimento anche del secondo ente comprensoriale: prima con la delibera di giunta regionale del 23 aprile 2012 che prendeva atto del piano di successione e subentro e poi con il successivo decreto del Presidente della giunta del 14 maggio 2012  con cui veniva disposta l'estinzione dell'Unione di Comuni individuando il Comune di Portoferraio quale comune capofila per la liquidazione della disciolta Unione.

Il dietrofront di Portoferraio. Fu l'ex sindaco Peria a opporsi contro l'atto della Regione ricevendo dagli altri comuni il mandato di guidare la battaglia legale contro i debiti dell'ex Unione. In suo soccorso, ma in un momento successivo, anche Marciana Marina si oppose presentando ricorso ad adiuvandum al Presidente della Repubblica che poi lo ha consegnato al Tar per l'esame nel merito.

Con la decisione dell'attuale sindaco Mario Ferrari di rinunciare al ricorso, preferendo una trattativa extra giudiziale con la Regione, le amministrazioni elbane temevano che anche i ricorsi successivi potessero decadere e la conferma ai timori è arrivata il 9 dicembre quando i giudici amministrativi Armando Pozzi, Bernardo Massari e Gianluca Bellucci hanno ritenuto inammissibile la pretesa di Marciana Marina.

"La mancata impugnazione del provvedimento di Giunta regionale di presa d’atto del piano di successione e subentro - si legge nella sentenza - rende inammissibile la successiva contestazione del decreto con cui il Comune di Marciana Marina pretende di contestare non l’ammontare della somme dovute, bensì la stessa debenza di tali somme.

Nel ricorso all’esame - continuano i giudici amministrativi - l’amministrazione ricorrente non contesta il quantum al medesimo richiesto dal decreto commissariale, ma riporta in discussione la propria stessa responsabilità che, tuttavia, non era stata contestata attraverso la tempestiva impugnazione della delibera regionale n. 319/2012".

Il Comune è quindi condannato alle spese legali (2.000 euro in favore di ciascuna delle altre amministrazioni costituite) e soprattutto diventano esigibili le quote parti del debito per la progettazione dell'opera mai realizzata (alla Regione Toscana la somma complessiva di 8.773 euro e al Ministero della Salute la somma complessiva di 2.076 euro).

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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