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Attualità mercoledì 17 febbraio 2016 ore 11:17

Coldiretti, allarme agromafie in Toscana

Pistoia e Grosseto tra i Comuni con più alto indice di criminalità. Presentato il rapporto elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio



FIRENZE — In Toscana sono stati confiscati 170 immobili e sequestrate 28 aziende alla criminalità organizzata. In cima alla classifica dei territori toscani dove l’intensità dell’associazionismo criminale è più elevata ci sono Pistoia e Grosseto, rispettivamente al 39 e 50 posto, seguite da Prato al 57°, Arezzo al 58°, Livorno al 64°, Firenze al 70°, Pisa al 73° e Lucca al 78° che si trovanonella fascia “medio bassa”. Massa Carrara, 82°, e Siena, 83°, si trovano invece molto distaccate nella specialista dell’intensità della diffusione criminale.

E’ quanto emerge dall’Indice di Organizzazione Criminale (IOC) elaborato dall’Eurospes nell’ambito del quarto Rapporto Agromafie con Coldiretti ed Osservatorio sulla criminalità in agricoltura.

Secondo Coldiretti l’associazione a delinque di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa estorsione, riciclaggio, illecita concorrenza sono le tipologie di illeciti riscontrate con più frequenza da parte delle organizzazioni criminali operanti nel settore agroalimentari con il business delle agromafie che superato i 16 miliardi di euro nel 2016

“La criminalità organizzata che opera nelle campagne – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perché a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili. Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell'azione di repressione della criminalità”.

Per raggiungere il loro obiettivo i clan e le associazioni criminali organizzate ricorrono ad ogni forma possibile di reato, dall’usura al racket estorsivo, dall’abigeato alle macellazioni clandestine ai furti fino alla lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va da produttore al consumatore fino alle infiltrazione nel settore del trasporti e della logistica.

In cima alla black list dei settori più colpiti dalle frodi salgono la ristorazione, la carne e le farine, pane e pasta (il dato è riferito al valore dei sequestri effettuati dai Nas nel 2015). 

Dei 170 immobili confiscati al 30 settembre che proiettano la Toscana al dodicesimo posto (1%), 40 immobili destinati, 128 in gestione totale e 2 usciti dalla gestione. Per quanto riguarda le aziende si contano 40 beni destinati, 16 in gestione e 11 usciti dalla gestione. 

La mappa toscana secondo l’indice di organizzazione criminale (IOC)

Pistoia (35,1), Grosseto (26,9), Prato (24), Arezzo (23,9), Livorno (20,2), Firenze (18,9), Pisa (17,1), Lucca (14,3), Massa Carrara (12,5), Siena (12,1).


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