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Attualità martedì 25 febbraio 2020 ore 20:00

Coronavirus, in Toscana nessuna restrizione

Lo hanno deciso Regione e sindaci. Scuole aperte e manifestazioni consentite. Quarantena domiciliare per i contatti con i due casi positivi



FIRENZE — Nel giorno in cui sono stati resi noti i primi due casi di persone risultate positive al test per il coronavirus in Toscana, uno a Firenze e uno a Pescia (vedi qui sotto gli articoli collegati), il presidente della Regione Enrico Rossi e i sindaci si sono confrontati in una lunga riunione al termine della quale è stato deciso di procedere con i piedi di piombo nella gestione dell'emergenza, adottando come linee guida i principi di adeguatezza, proporzione e progressione, tenendo aperte le scuole e senza disporre, per ora, limitazioni e restrizioni per lo svolgimento delle normali attività, compresi eventi e manifestazioni.

"Ad ora tutti i casi sospetti che si sono manifestati in Toscana, anche quelli che si sono rivelati negativi, sono stati isolati e valutati - ha spiegato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - La situazione al momento appare sotto controllo e non ci sono le condizioni per giustificare provvedimenti d'emergenza, come ad esempio, la chiusura delle scuole o la sospensione dei concorsi".

Per quanto riguarda le scuole, fanno eccezione per la giornata di domani, mercoledì 26 febbraio, alcuni Comuni toscani della costa che hanno deciso di tenere a casa alunni e insegnanti non per il coronavirus ma per l'allerta meteo arancione diramata dalla protezione civile regionale (isola d'Elba, Follonica, Piombino e  Sassetta). A questo si aggiunge il Comune di Pescia dove le scuole restano chiuse oggi e domani per la festa del patrono e non perchè proprio a Pescia abita con la famiglia uno dei due casi positivi al test per il Covid-2019, un uomo di 49 anni rientrato da Codogno giovedì scorso e adesso ricoverato in isolamento all'ospedale di Pistoia. L'altra persona risultata positiva al test è un imprenditore fiorentino di 63 anni, tornato da Singapore all'inizio di gennaio. 

Per entrambi, la Regione è in attesa della validazione ufficiale dell'Istituto Superiore della Sanità ma la profilassi epidemiologica è già stata attivata per rintracciare tutti coloro che sono entrati in contatto con i due contagiati e applicare le misure di quarantena domiciliare con sorveglianza attiva, per quindici giorni: si tratta di una quarantina di persone per il caso di Pescia, per lo più  familiari e colleghi di lavoro, compreso un uomo residente a Pisa, mentre il numero è ancora in corso di definizione per il caso di Firenze.

"Ci sono solo due casi di tamponi positivi per i quali manca ancora la conferma definitiva dal Ministero - ha detto Rossi - In questo momento il caso in provincia di Pistoia è sotto controllo mentre su quello di Firenze sono in corso i controlli sui contatti della persona interessata. La sorveglianza è alta. Se ci saranno evoluzioni e si renderanno necessari provvedimenti di urgenza, li prenderemo con criteri graduali e scientifici. In Toscana non c'è un focolaio né è stata definita una zona con la più elevata possibilità di contagio. Il sistema di prevenzione e controllo messo in atto sembra funzionare. La situazione si evolve di giorno in giorno, quindi se le condizioni cambieranno, anche le misure di controllo cambieranno. Non dobbiamo assecondare la paura solo per placare l'opinione pubblica".

Rossi ha ricordato che sono due i provvedimenti principali contenuti nelle ordinanze e nelle misure ministeriali: il tampone, che si effettua solo su soggetti che presentano i sintomi influenzali, e l'autoisolamento, che vale per chi ha avuto contatti diretti e prolungati con soggetti risultati positivi.

"Solo chi rientra in Toscana da una delle aree di contagio (Cina, Veneto e Lombardia), oppure è stato a stretto contatto con qualcuno proveniente da queste aree e presenta sintomi di una malattia acuta alle vie respiratorie deve contattare i tre numeri messi a disposizione dalle Aziende sanitarie - ha sottolineato Rossi - Chi presenta sintomi generici o non ha avuto rapporti con le aree di contagio deve anzitutto rivolgersi al proprio medico curante o al pediatra. Medici di base e pediatri devono necessariamente essere raggiungibili al telefono tra le ore 8 e le 20, in modo da fornire una consulenza personalizzata. La reperibilità in questa fascia oraria è obbligatoria in base ad un'ordinanza del presidente della Regione e, in caso di violazioni verificate, scatteranno provvedimenti disciplinari e la revoca della convenzione con la Regione Toscana. E' obbligatorio per chi proviene dalle zone rosse di Cina, Lombardia o Veneto di segnalare il rientro in Toscana, chi non lo fa commette una violazione penale, così come chi esce dalle zone di focolaio".

"E' importante ribadire il ruolo centrale dei medici di famiglia e dei pediatri in questo frangente - ha concluso Rossi - il loro lavoro, parallelamente all'isolamento sotto sorveglianza per chi viene da contatti pericolosi, è la base per organizzare un sistema di prevenzione capillare e strutturato". 


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