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Attualità martedì 24 marzo 2020 ore 12:00

Coronavirus, scioperi e tensione nelle fabbriche

Anche in Toscana sale la protesta nelle aziende: dalla Kme di Fornaci di Barga alla Leonardo di Pisa e Siena e nell'aretino alla Abb, Fimer e Tesa



FIRENZE — Una situazione descritta dai sindacati come "esplosiva" è quella che si sta registrando negli ultimi giorni anche in Toscana dopo il decreto del Governo che regola le chiusure delle aziende e fabbriche dichiarate non essenziali per contrastare la diffusione del Covid-19. Un decreto che secondo i sindacati, Cgil, Cisl e Uil ha creato confusione perché poco chiaro.

Il punto è proprio quello della poca chiarezza delle misure varate il 22 marzo dal governo. Per i sindacati a creare il caso è il codice Ateco, una lista di tutte le categorie produttive dove sono inserite quelle dichiarate essenziali, quelle possono continuare a stare aperte e produrre.

I sindacati ritengono che molte delle attività non sospese non siano indispensabili o essenziali e chiedono di rivedere l'elenco ma anche di garantire sicurezza per i lavoratori che devono continuare a lavorare nelle fabbriche.

In Toscana si sono registrati diversi scioperi, proclamati dai sindacati per le giornate del 23 e del 24 marzo: alla Kme di Fornaci di Barga, Jindal a Piombino, Abb di Arezzo, come la Fimer e Tesa, a Pisa e Siena Leonardo. Domani invece braccia incrociate per la Atop, azienda meccanica di Barberino Tavarnelle.

"Bisogna far chiarezza sulla situazione, - ha sottolineato Stefano Braccini, segretario generale della Fiom Cgil Toscana, contattato da QuiNews - permettere le condizioni essenziali e non l'allargamento delle maglie avvenuta dopo la pressione di Confindustria sul Governo. Questo ha portato diversi cambiamenti nella lista delle aziende che possono continuare a produrre".

Braccini ricorda anche alcuni esempi positivi: come la nautica, che ha deciso di chiudere gli stabilimenti, o la Perini a Lucca che produce macchinari per cartiere, che potrebbe rimanere aperta ma che ha deciso di chiudere per salvaguardare la salute dei suoi dipendenti. Nel panorama toscano delle aziende Hitachi resterà chiusa ma anche la Piaggio.

Intanto è previsto per stamani un incontro in videoconferenza tra i ministri dello Sviluppo economico e dell'Economia, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri e i sindacati con Cgil, Cisl e Uil. Un incontro chiesto proprio per rivedere l'elenco perché secondo i sindacati molte delle attività industriali e commerciali non sospese non sarebbero indispensabili o essenziali.

Permane quindi lo stato di agitazione a livello nazionale, e i sindacati sono pronti a proclamare ulteriori scioperi e mobilitazioni anche per la Toscana.

"Fim, Fiom e Uilm - si legge nella nota stampa nazionale - sono impegnati a tutti i livelli a mettere in campo iniziative unitarie di mobilitazione utili a costruire accordi e laddove non possibile a proclamare iniziative di sciopero finalizzate a riportare la definizione delle attività indispensabili e a garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro aperti a partire dal 25 marzo. Per le aziende non ancora sicure e per quelle fuori delle reali attività essenziali, E' stato prolungato lo sciopero nelle aziende metalmeccaniche fino al 29 marzo. La nostra richiesta, e' limitarsi senza eccezione alcuna, alle sole attività essenziali per ridurre la mobilità dei lavoratori".


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