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Attualità sabato 24 marzo 2018 ore 12:17

​Che fastidio tutto quell’inglese nelle leggi

L’Accademia della Crusca contro l’uso eccessivo di termini inglesi nei testi di legge. Record di anglicismi nell’ultima legislatura



FIRENZE — "Stepchild adoption", "spending review", "jobs act", "whistleblower", "voluntary disclosure", "flat tax" e ora anche "caregiver". La domanda che si pongono gli studiosi del gruppo Incipit dell'Accademia della Crusca è: perché tutte queste parole in inglese nei testi di legge? Non sarebbe tutto più comprensibile se si utilizzassero  termini in italiano?

Gli Accademici della Crusca hanno preso a esempio la parola "caregiver" inserito nella legge di bilancio 2018 per argomentare la propria posizione in materia di scelte linguistiche. Quanto previsto dalla normativa, dicono, "è un fattivo riconoscimento della solidarietà e della cura familiare come beni sociali. Stupisce tuttavia che, per ottenere tale riconoscimento, questa attività abbia dovuto assumere la denominazione inglese ''caregiver'', seguita dall'aggettivo italiano ''familiare''. Una scelta che obbliga poi necessariamente a spiegare in altri termini, allungando di parecchio il brodo, di cosa si stia parlando. Da qui la domanda: "Ci chiediamo se veramente la lingua italiana non disponga di un termine sufficientemente capace di comprendere le attività che la legge assegna alla figura del ''caregiver''. Qualche proposta: ''prestatore di cure'' e ''assistente domestico''. 

Secondo gli studiosi, inoltre, anche gli esiti delle scelte esplicate attraverso i testi di legge potrebbero essere diversi se si optasse per una maggiore comprensibilità dei vocaboli. "La legislatura da poco terminata ha mostrato una forte propensione per i termini anglicizzanti. Il bilancio della legislatura sarebbe stato diverso se invece di tali espressioni si fosse parlato, più chiaramente, di adozione del figlio del partner, di revisione della spesa pubblica, di legge sul lavoro, di allertatore civico, di collaborazione volontaria, di tassa forfettaria? Forse no, ma il cittadino avrebbe indubbiamente beneficiato di maggiore trasparenza". 


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