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Cronaca venerdì 16 dicembre 2016 ore 17:00

Etruria, ventidue avvisi di chiusura indagini

Sono 180 i milioni di euro mai rientrati che hanno causato il fallimento della Banca. Nel mirino ex amministratori, non c'è il padre della Boschi



FIRENZE — La guardia di finanza ha notificato la chiusura delle indagini a quegli amministratori che hanno deliberato i finanziamenti, sui quali la procura ha già chiuso le indagini.

Con loro nell'inchiesta sono finiti anche alcuni dirigenti che si occuparono direttamente delle pratiche per i finanziamenti. Per tutti i ventidue l'accusa è di bancarotta fraudolenta in concorso, per alcuni è aggravata dal conflitto di interessi.

Le ipotesi di bancarotta riguardano il cantiere di Civitavecchia dove doveva essere costruito un mega yacht, il resort San Carlo Borromeo in Lombardia, i finanziamenti al cementificio Sacci di Federici, la Isoldi, la società Pegasus cui era legato Rigotti al quale faceva capo anche la Cib 35, la Hevea, la High Facing e la Città Sant'Angelo, outlet realizzato dalla Castelnuovese di Rosi.

I finanziamenti contestati nell'inchiesta, coordinata dal procuratore Roberto Rossi, sono di poco inferiori a 200 milioni di euro, distribuiti anche a società che, secondo l'accusa, in alcuni casi facevano riferimento a dei consiglieri. 

La Procura aretina aveva indagato su tutti i componenti del penultimo e del terzultimo Consiglio di amministrazione di Banca Etruria, rispettivamente presieduti da Elio Faralli e Giuseppe Fornasari, ma la notifica di chiusura indagini interessa solo i consiglieri che avevano deliberato i finanziamenti finiti, al momento, nell'inchiesta, ed alcuni dirigenti. 

Questi finanziamenti, infatti, non sono mai approvati da Pier Luigi Boschi, padre dell'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena, e vicepresidente già con Fornasari di Banca Etruria. Boschi, quindi non ha ricevuto alcuna notifica di conclusione indagine. Lo stesso Lorenzo Rosi, che poi sarà l'ultimo presidente dell''istituto aretino, è indagato ma per il periodo in cui era ancora consigliere.


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