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Cronaca mercoledì 27 novembre 2019 ore 17:20

Inchiesta Open, indagato Carrai, nuove perquisizioni

I finanzieri hanno perquisito l'ufficio di Marco Carrai, imprenditore fiorentino e amico di Matteo Renzi. Setacciati gli uffici di altri finanziatori



FIRENZE — Fra le venti persone perquisite ieri nell'ambito dell'inchiesta della procura sulla fondazione Open - l'ente che per anni ha raccolto fondi per l'attività politica del leader di Italia Viva Matteo Renzi - c'è anche l'imprenditore fiorentino Marco Carrai, amico di Renzi, presidente della società Toscana aeroporti e già membro del consiglio di amministrazione di Open. 

Secondo quanto riportato da agenzie di stampa e mezzi di informazione, la Guardia di Finanza durante la perquisizione avrebbe notificato a Carrai un avviso di garanzia in cui viene ipotizzato il reato di finanziamento illecito ai partiti. Le indagini sarebbero incentrate sui rapporti fra Carrai e una decina di altri imprenditori ed esponenti del mondo finanziario.

Marco Carrai ha dichiarato di aver sempre rispettato la legge: "Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i mie compiti rispettando la legge".

Oggi la Guardia di Finanza ha effettuato altre perquisizioni a carico di una decina di finanziatori della fondazione. Obiettivo degli inquirenti è verificare se è stato ripetuto un meccanismo contestato al primo indagato eccellente nell'inchiesta, l'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, accusato di traffico di influenze illecite e finanziamento illecito ai partiti. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Bianchi avrebbe incassato una parcella da 800mila euro dal gruppo Toto come compenso per una prestazione professionale e ne avrebbe poi versati una parte consistente nelle casse di Open, senza registrarne la reale provenienza. I pm avrebbero individuato collegamenti analoghi fra altre prestazioni di Bianchi e dei collaboratori del suo studio e cifre di vario importo versate nelle casse della fondazione. Di qui i blitz dei finanzieri.

Quando la notizia delle perquisizioni si è diffusa, Matteo Renzi ha pubblicato due post du Facebook in cui attacca duramente la procura di Firenze. Il leader di Italia Viva è tornato sull'argomento anche nella sua nuova Enews: "Quello che è accaduto ieri mattina costituisce un vulnus clamoroso nella vita democratica del Paese - ha scritto Renzi - Chi non reagisce oggi accetta che si metta in discussione il principio della separazione dei poteri".

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