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Attualità mercoledì 29 aprile 2020 ore 18:25

Le chiavi dei ristoranti nelle mani dei sindaci

La consegna delle chiavi a Piombino
La consegna delle chiavi a Piombino

Sono stati migliaia i ristoratori che per protesta hanno consegnato le chiavi ai sindaci delle loro città. Da Firenze a Pistoia, da Massa a Grosseto



FIRENZE — Un gesto simbolico che è un grido d'aiuto carico delle mille preoccupazioni per il futuro delle loro attività, bar e ristoranti, preoccupazioni legate alla crisi economica nell'emergenza coronavirus. Sono stati circa settemila i ristoratori che questa mattina hanno consegnato le chiavi dei loro locali nelle mani dei sindaci di molti Comuni toscani, chiedendo di poter ripartire in sicurezza, con una rimodulazione delle imposte e prestiti garantiti.

I ristoratori chiedono quindi di ripartire anche loro dal 4 maggio, con relativi protocolli di sicurezza tarati sulle diverse attività, poter riaprire, garantendo sicurezza così come faranno le altre imprese.

A Firenze sono state all'incirca mille le chiavi consegnate dai rappresentanti della ristorazione al sindaco Dario Nardella. A Pistoia i ristoratori hanno consegnato quaranta chiavi in segno al sindaco Alessandro Tomasi, come a Grosseto con la consegna avvenuta in piazza del Municipio al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Poi ad Arezzo, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Certaldo, Piombino, San Vincenzo e Pitigliano. Un flashmob iniziato ieri sera con l'accensione delle luci all'interno dei locali serrati da quasi due mesi, protesta targata Movimento Ristoratori Toscana.

"Quando si parla di fase due o fase tre - hanno dichiarato i ristoratori -, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno al orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare".


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