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Attualità giovedì 02 marzo 2017 ore 13:00

Le nuove frontiere dell'accesso al credito

Trecento operatori e mediatori finanziari al convegno nazionale dei confidi "Confires Eleven" per scrivere il futuro del credito alle imprese



FIRENZE — Un'aula magna stracolma ha accolto il convegno titolato “Oltre il confidi: da garante a intermediario finanziario”, ospitato nella sua seconda giornata dalla scuola di economia e management dell'Università di Firenze. Ieri, il preconvegno dedicato al posizionamento delle banche, dei confidi e dei mediatori creditizi nella filiera del credito, di adempimenti, trasformazioni e modelli di business si è svolto all'hotel St. Regis, sempre nel capoluogo toscano. 

Due giorni intensi di incontri e una tavola rotonda con gli stakeholders per fare il punto sulle leggi e sulle normative che riguardano un settore in costante evoluzione e che, dopo dieci anni di crisi, è cambiato evolvendosi in modo sostanziali. Quasi una mutazione genetica, rispetto agli esordi, perché a cambiare è stato il mondo stesso sotto la pressione degli sconvolgimenti economici e politici degli ultimi tempi, riassunti in apertura di convegno da un video proiettato nell'aula magna. Da qui la scelta del titolo: "Oltre il confidi". Lo sguardo "oltre" è stato gettato con l'analisi delle normative che è stata svolta durante i lavori, in particolare alla luce del disegno di legge delega di riforma del settore approvata in Parlamento. 

"Confires è un evento annuale che all'inizio riuniva tutti i confidi italiani, sia grandi che piccoli e che oggi si è mano a mano allargato a banche, mediatori creditizi, agenti di attività finanziarie e finanziarie - ha detto Gianluca Puccinelli, presidente del consiglio di amministrazione di Res Consulting Group - il ruolo di questi operatori è essenziale perché i confidi sono i mediatori che si interpongono tra le banche e le piccole imprese svolgendo un ruolo che nessun altro operatore del comparto finanziario svolge". 

"I confidi stanno cercando di riscoprire se stessi anche alla luce della legge delega che ha riformato il settore e ora devono andare oltre il ruolo di mero garante estendo la propria attività anche ad attività contigue nell'intermediazione finanziaria per sostenere le imprese a loro associate", aggiunge Lorenzo Gai, docente di tecnica bancaria all'Università di Firenze.

Per Saverio Tani, coordinatore di Assoconfidi, che riunisce le sette federazioni che rappresentano tutti i confidi italiani,  "abbiamo cambiato pelle: i trentanove confidi maggiori sono confidi vigilati e hanno una vigilanza equivalente a quella delle banche per cui devono mantenere uno status organizzativo molto solido". Insomma, una garanzia di qualità, a fronte di dieci anni di crisi che hanno selezionato molto, anche nel mondo di chi si occupa di accesso al credito: "Rispetto a un panorama che dieci anni fa vedeva oltre mille confidi operativi è chiaro che il mondo è cambiato: la crisi ha fatto selezione ma ha anche creato soggetti più forti". 


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Servizio di Dario Pagli
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