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Sport sabato 14 novembre 2020 ore 17:00

L'italrugby non supera la Scozia

Niccolò Cannone
Foto di: da Facebook

Al Franchi con gli spalti vuoti finisce 28 a 17. Ottima partita del fiorentino Niccolò Cannone e buona prestazione del livornese Federico Mori



FIRENZE — Sugli spalti dello Stadio Artemio Franchi nessuno che applaude, invoca, incita, fischia o inveisce.

Fa uno strano effetto assistere ad una partita internazionale di rugby all’interno di uno stadio vuoto, presenti solo fotografi, qualche giornalista e gli stewards in pettorina gialla.

Quando suonano gli inni nazionali ci si alza rispettosamente in piedi ed ecco che arriva nitida su per la tribuna la voce dei giocatori, quella che solitamente non si sente mai, persa tra i rumori di uno stadio gremito.

Gli scozzesi cantano Flower of Scotland attaccando le parole in modo che sembra incerto e patetico ma nel giro di qualche secondo ti ritrovi perso ad ascoltare quella nenia che ricorda la Battaglia di Bannockburn, quando nel 1314 l’esercito di Robert Bruce sbaragliò l’armata inglese guidata da Edoardo II d’Inghilterra e la Scozia divenne indipendente.

Poi tocca agli italiani intonare l’inno di Mameli. Vedi i volti dei ragazzi scorrere sul grande schermo dello stadio. Qualcuno ha gli occhi chiusi, qualcuno lo sguardo rivolto al cielo o dritto in avanti, a guardare chissà cosa. Tutti cantano in un crescendo che fa venire i brividi fino ad intonare “Stringiamoci a coorte! Siam pronti alla morte; l’Italia chiamò”, fino all’urlo liberatorio finale.

Al fischio d’inizio gli Azzurri partono bene dopo i progressi di Roma visti due settimane fa contro gli inglesi. Il giovane Garbisi nei primi diciotto minuti piazza tra i pali due calci di punizione. E’ 6 a 0 per l’Italia. Pochi minuti dopo Van der Merwe, oggi nominato Man of the Match, realizza una meta, incuneandosi con apparente facilità oltre la difesa italiana, comunque attenta ed efficace per quasi tutta la partita. Weir trasforma e gli scozzesi passano sul 7 a 6. L’Italia reagisce subito e riesce a confezionare una meta con Minozzi alla fine di una azione molto bella. Garbisi non trasforma e prende il palo. Si va comunque negli spogliatoi con il punteggio di 11 a 7 per l’Italia. La partita è bella ed i ragazzi italiani, nessuno escluso, sono pronti a combattere efficacemente in ogni parte del campo con attitudine e fisicità.

In particolare ottimi gli avanti, sia nelle mischie chiuse che nei punti d’incontro.

Il fiorentino Niccolò Cannone non si tira mai indietro, un gigante in mezzo al campo. In attacco riesce ad essere efficace e dalle sue parti gli scozzesi fanno fatica a guadagnare metri, con il compagno Steyn è un muro invalicabile.

Quando i giocatori rientrano in campo per gli altri quaranta minuti di battaglia qualche nuvolaglia grigia si addensa sopra il Franchi. L’Italia riparte nel migliore dei modi ed è ancora Garbisi su punizione a portare a casa i tre punti che consentono all’Italia di portarsi sul 17 a 7. Al minuto 46 torna finalmente in campo Nonno Leonardo Ghiraldini, dopo un infortunio e quasi due anni di assenza dai campi da rugby. Il Ghira marca così la sua presenza numero 105 in maglia Azzurra. Ci fosse stato il pubblico ora sarebbe tutto in piedi ad applaudirlo. La Scozia si fa avanti con forza e l’Italia inizia a mostrare qualche crepa. Fagerson va in meta e Weir, capelli rossi e folti come il pelo di un highlander, trasforma portando i Dark Blues in parità, 14 a 14.

La Scozia insiste, pigia, picchia e contemporaneamente crescono le difficoltà dell’Italrugby. Nonostante questo l’Italia allunga ancora con una punizione di Garbisi, a conclusione di una mischia nei cinque metri scozzesi e un successivo tentativo di Jack “Ariete” Polledri di mandare in meta un compagno con un calcetto a bucare. La Scozia insiste ancora e ancora. Va in meta con Cumming nel corso di una azione in cui si registra purtroppo un grave infortunio al ginocchio per Polledri. Weir trasforma con precisione portando gli scozzesi in vantaggio 21 a 17. L’Italia prova a reagire anche con il contributo del livornese Federico Mori, finalmente in campo all’Artemio Franchi, lo stesso stadio in cui fino a non molto tempo fa seguiva la Nazionale da bordo campo, facendo il raccattapalle.

Al minuto 76 la maul della Scozia spinge Turner in meta e Weir trasforma per l’ennesima volta.

Finisce 28 a 17, finisce la partita che consente alla Scozia di vincere sull’Italia per la sesta volta consecutiva, finisce la giornata al Franchi con gli spalti freddi e vuoti.

Per fortuna molto altro da stasera inizia o, per meglio dire, continua.

Continua la voglia e la capacità di migliorare di questa giovane Italia, oggi in campo con una età media di 25 anni, con ben tre atleti classe 2000 ed un 2001. Ragazzi che hanno affrontato la titolata Scozia senza alcun timore referenziale e con una autorevolezza invidiabile.

Nella conferenza stampa del dopo partita l’head coach Franco Smith ha dichiarato: “Tutto si è complicato quando abbiamo iniziato a guardare il tabellino, pensando più a cosa volevamo dalla partita che non da noi stessi, ed abbiamo permesso loro di rientrare e risalire nella partita”.

Poi il tecnico sudafricano ha detto: “Per il futuro sono molto contento di questa prestazione. Noi oggi siamo amareggiati, quasi distrutti per il punteggio finale, al tempo stesso, guardando a mente fredda il percorso fatto da Dublino ad oggi, credo si sia vista una progressione. Pian piano stiamo raggiungendo i nostri piccoli obiettivi fissati di volta in volta. In Italia, in senso generale, dobbiamo capire che se giochiamo al nostro massimo, contro le avversarie sopra di noi nel ranking, abbiamo la possibilità di entrare nei 20′ finali delle partite con il risultato in bilico. Ecco perché, come detto prima, serve imparare a lottare nelle fasi clou e soprattutto a gestirle meglio. Lì, non siamo mancati tatticamente o fisicamente bensì nell’accuratezza dell’esecuzione, che è forse quello che ci è mancato oggi rispetto allo standard scozzese”

Adesso c’è il secondo turno della Autumn Nations Cup sabato prossimo ad Ancona per la partita con le Fiji, covid permettendo, con l’immancabile voglia di vincere.

“Nel rugby si va in campo per vincere, sempre. Altrimenti ti sei scritto la condanna da solo.”
Diego Dominguez

ITALIA – SCOZIA 17 a 28

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Jacopo Trulla, 13 Marco Zanon, 12 Carlo Canna, 11 Mattia Bellini, 10 Paolo Garbisi, 9 Marcello Violi, 8 Jake Polledri, 7 Braam Steyn, 6 Sebastian Negri, 5 Niccolò Cannone, 4 Marco Lazzaroni, 3 Giosuè Zilocchi, 2 Luca Bigi (c), 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Leonardo Ghiraldini, 17 Simone Ferrari, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Johan Meyer, 20 Maxime Mbanda’, 21 Stephen Varney, 22 Tommaso Allan, 23 Federico Mori

Marcatori Italia
Mete: Minozzi (26)
Trasformazioni: nessuna
Calci di punizione: Garbisi (6, 17, 41, 60)

Scozia: 15 Stuart Hogg (c), 14 Darcy Graham, 13 Chris Harris, 12 Sam Johnson, 11 Duhan van der Merwe, 10 Duncan Weir, 9 Ali Price, 8 Blade Thomson, 7 Hamish Watson, 6 Jamie Ritchie, 5 Jonny Gray, 4 Scott Cummings, 3 Zander Fagerson, 2 Stuart McInally, 1 Rory Sutherland
A disposizione: 16 George Turner, 17 Oli Kebble, 18 WP Nel, 19 Sam Skinner, 20 Nick Haining, 21 Sam Hidalgo-Clyne, 22 James Lang, 23 Blair Kinghorn

Marcatori Scozia
Mete: van der Merwe (23), Fagerson (49), Cummings (67), Turner (76)
Trasformazioni: Weir (23, 49, 67, 76)
Calci di punizione: nessuno

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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