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Attualità giovedì 15 dicembre 2016 ore 16:45

Scandali dei rifiuti sotto la lente del Parlamento

Servizio di Serena Margheri

Lo smaltimento degli scarti industriali e la gara per la gestione dei rifiuti di Ato Sud al centro delle audizioni della commissione d'inchiesta



FIRENZE — E' approdata in Prefettura a Firenze la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Dopo le 21 missioni svolte in tutta Italia, questa volta è arrivata in Toscana ed ha messo al centro delle audizioni l'inchiesta sullo smaltimento illegale nell'ambiente degli scarti industriali, il pulper e i fanghi nocivi e lo scandalo del bando di gara fatto su “misura” per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti di Ato Toscana Sud. Nelle audizioni, oltre l'Arpat, la Forestale e la polizia tributaria, è stato sentito anche il direttore temporaneo di Ato Sud Enzo Tacconi, nominato dopo l'inchiesta della procura di Firenze. Un tema molto sentito dalla commissione perché si tratta di una delle prime gare a livello nazionale sul servizio integrato dei rifiuti.

La gara dei rifiuti per l'Ato Toscana Sud, oggetto di un recente inchiesta giudiziaria, corre il rischio di dover essere rifatta? "Credo che dovremo aspettare qualche sentenza", sostiene Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, secondo cui "ci sono diversi elementi che mettono in discussione il percorso giuridico, legale di quella gara , ma "allo stato attuale ci sono le ipotesi dell'accusa". Bratti ha sottolineato che "ci troviamo davanti a una delle prime gare importanti del servizio integrato dei rifiuti, e quindi c'è interesse da parte nostra a capire quali siano stati gli elementi distorcenti", ammettendo che la gara "non ha dato un risultato molto positivo" alla luce dell'inchiesta, "e questo rischia di rallentare l''attività di gara in altri territori".

Per quanto riguarda i fanghi nocivi e gli scarti industriali smaltiti in modo illecito tra le province di Pisa, Pistoia e Lucca, il presidente della commissione Alessandro Bratti ha sottolineato che la normativa vigente non aiuta perché a capire quante di queste sostanze possono essere distribuite in agricoltura. La commissione d'inchiesta parlamentare vuole approfondire meglio questa tematica, perché la Toscana non è l'unica Regione italiana che ha questo tipo di alto rischio per l'inquinamento dell'ambiente.

Fra coloro che sono stati sentiti anche il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e i sostituti in materia di reati ambientali. "Abbiamo trovato una situazione - ha spiegato Bratti - che purtroppo esiste anche in altre parti del Paese: una normativa farraginosa e contraddittoria che spesso rischia di sfociare nell'illecito, ed evidenze di strutture organizzate, non necessariamente mafiose, con società che sono già conosciute e coinvolte da tempo in altri procedimenti giudiziari. Abbiamo verificato la complessità delle indagini, che ci sembra abbiano un impianto accusatorio molto forte, e che vale la pena attenzionare".


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ALESSANDRO BRATTI SU INCHIESTA PER RIFIUTI IN TOSCANA - dichiarazione
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