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Cronaca venerdì 15 dicembre 2017 ore 18:50

Traffico di rifiuti, la Regione parte civile

Il governatore Rossi: "Gravissimo il danno provocato alla Regione dalla truffa scoperta dalla procura". Braga: "Forniremo un quadro nazionale"



FIRENZE — La Regione Toscana si costituirà parte civile nel processo che seguirà alla chiusura dell'inchiesta della procura di Firenze per traffico illecito di oltre duecentomila tonnellate rifiuti. Nelle indagini sono coinvolte varie aziende di trattamento e smaltimento rifiuti toscane e sei persone sono finite in carcere. Fra le accuse, anche quella di truffa ai danni della Regione per quattro milioni di euro di ecotasse mai versate dai responsabili di alcune delle società in questione.

"Faccio i complimenti alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze e ai carabinieri forestali per aver condotto con successo questa operazione dai risvolti sconcertanti - ha dichiarato Rossi - La Toscana non è terra di mafia ma le mafie ci sono e l'operazione che ha portato agli ultimi sei arresti ne è una nuova e chiara dimostrazione. Saremo al fianco della magistratura perchè faccia chiarezza su una vicenda che ha fatto suonare un chiaro campanello d'allarme".

La commissione parlamentare dìinchiesta sul ciclo dei rifiuti, che ha visitato alcuni impianti toscani proprio nelle scorse settimane, ha dichiarato che fornirà presto un quadro della situazione su scala nazionale.

"Quello che appare leggendo le indiscrezioni uscite oggi sull'ultima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze sui traffici illeciti di rifiuti in Toscana è la conferma di un quadro purtroppo molto preoccupante - ha dichiarato la presidente della commissione Chiara Braga (Pd) -  Colpisce la spregiudicatezza che traspare dalle parole pronunciate e la totale indifferenza agli effetti che comportamenti illeciti producono sulla vita delle persone e sull''ambiente. La criminalità ambientale agisce in tutto il Paese, anche grazie ad una fragilità del sistema di trattamento dei rifiuti che apre il varco ad attività criminali".

"Una delle società coinvolte è stata oggetto di tre incendi dal 2012 ad oggi, l'ultimo dei quali lo scorso agosto - ha detto ancora Braga - Da tempo gli abitanti della zona segnalavano la pericolosità degli impianti e la presenza di cattivi odori. Dagli accertamenti che la commissione ha svolto, già da tempo si parlava della delocalizzazione degli impianti, poi non realizzata". 

"Poche ore dopo il mio insediamento, avvenuto lo scorso novembre, siamo andati in missione in Toscana, in Lombardia e in Veneto, con l'obiettivo di monitorare gli impianti che riteniamo maggiormente a rischio - ha detto ancora Braga - Sono spesso molto simili a quelli al centro dell'inchiesta della Dda di Firenze, trattano rifiuti speciali, oggetto ormai da anni di un mercato complesso e delicato. Stiamo raccogliendo, tra l''altro, tutte le informazioni disponibili sugli incendi che hanno colpito questo tipo di attività in tutto il paese. Sono una spia molto importante, da non trascurare. Su questo a breve la Commissione fornirà un quadro nazionale".


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