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Attualità martedì 19 maggio 2020 ore 09:23

Victoria, il cigno che ha incantato il mondo

La ballerina fiorentina, Victoria Aletta, racconta a QUInewsFirenze l'esibizione sulle note de Il Lago dei Cigni nel video che ha stregato la rete



BARCELLONA — Una giovane ballerina fiorentina ha emozionato il mondo scendendo in strada a Barcellona ed esibendosi ne Il Lago dei Cigni di Pëtr Il'ič Čajkovskij. Victoria Aletta, è lei la ballerina del Balletto di Barcellona che a 21 anni, in poche ore, è diventata idolo della rete. Victoria racconta a QUInewsFirenze l'esperienza nata tra le pareti della casa nel popoloso quartiere catalano a nord del centro di Barcellona.

In piena emergenza sanitaria, le poche persone in strada hanno sgranato gli occhi ma sono bastati pochi secondi per capire che stavano assistendo ad uno spettacolo che meritava di essere ripreso e condiviso. Così è stato e quei passi sul pavè hanno fatto il giro del mondo.

Come è nata l'idea di scendere in strada ed esibirti nella morte del cigno? 

"A Barcellona, nella strada dove vivo, abbiamo alle 20 un appuntamento fisso: applaudiamo per le persone che in questo momento stanno lavorando durante l’emergenza sanitaria, facciamo giochi, cantiamo e balliamo. Il giorno prima del video ho saputo dal mio compagno che l'indomani sarebbe stato il Giorno mondiale della danza. I miei vicini avevano chiesto con insistenza che ballassi un classico per loro. Credo che l'idea sia nata grazie ad un insieme di persone, con la speranza di emozionarci tutti insieme e dimenticare per alcuni minuti questo momento cosi difficile". 

In che modo hai affrontato l'emergenza e come segui le notizie dall'Italia?

"L’ho vissuta come un'occasione per ritrovare la calma e per ritrovare me stessa. Abbiamo una vita troppo accelerata. Non mi sono annoiata neppure un giorno. Ovviamente mi mancano molte cose, ma l’ho presa con la maggiore positività possibile. Le notizie dell'Italia le seguo con grande attenzione grazie ai miei cari, alla mia famiglia ed ho seguito con interesse ed apprensione l'effettiva criticità dell'emergenza sul nostro Paese". 

La cultura riuscirà a risollevarsi dopo la chiusura degli spettacoli? 

"Non vedo l'ora. Aspetto di poter dare anch’io un contributo, rispettando le regole dettate dal governo. I teatri sono luoghi sacri, magici. Possono dare molte emozioni e spero che dopo questa emergenza sanitaria non chiudano. Non dipende da noi artisti ma sono certa che faremo di tutto affinché questo non accada".

Perché hai scelto Barcellona?

"Non è stata una decisione facile, ma il lavoro era qui. Siamo essere umani, ci adattiamo. L’Italia, soprattutto Firenze, sarà sempre la mia città e per fortuna ho i miei genitori ad aspettarmi. Mi manca l’Italia ma Barcellona mi ha accolta a 19 anni dopo la mia terza audizione, quella decisiva e da 3 anni danzo da professionista".

Cosa manca all'Italia per offrire ai giovani una carriera nella danza? 

"Mancano le strutture che possano aiutare i giovani a crescere. Ci vorrebbero più fondi da investire per sostenere i giovani talenti".


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