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Attualità mercoledì 01 luglio 2020 ore 12:23

Ansia per Mukki, il latte toscano diventa italiano

Anche Antonella Mansi lascia il Consiglio di amministrazione mentre la Centrale del Latte d'Italia incorpora la Centrale del Latte della Toscana



FIRENZE — Da oggi la Centrale del Latte della Toscana è incorporata in Centrale del Latte d'Italia ma sull'asset aziendale toscano pesa una nuova uscita di scena, quella di Antonella Mansi che ha lasciato il Cda, dopo le dimissioni di Lorenzo Petretto e del presidente Paolo Campinoti.

Alla base del terremoto che ha scosso il Consiglio di amministrazione vi sarebbero delle divergenze in merito ai compensi, confermate dalle parole di Angelo Mastrolia, presidente della Centrale del Latte d'Italia, che ha indicato come via maestra quella di un ridimensionamento dei costi del Cda.

L'assessore toscano all'agricoltura Marco Remaschi ha espresso preoccupazione per la vicenda “Questo terremoto ai vertici è lo specchio di una situazione che ci preoccupa molto. Se a questa mancanza di concertazione si aggiunge il forte disagio manifestato dai produttori per la diminuzione del prezzo del latte operata recentemente in maniera unilaterale, il quadro si fa ancora più preoccupante”.

Mastrolia ha dichiarato a fine giugno che la Centrale del Latte d'Italia intende lanciare un latte di grande qualità a marchio Mukki puntando sul settore del cibo per bambini, frutto di una "selezione stringente" per garantire che "sia esente da antibiotici e medicinali in genere". Nell'incontrare Cooperlatte e Granducato, cooperative fornitrici di Mukki, Mastrolia ha ribadito il prezzo fissato ad Aprile di 36 centesimi al litro con una componente variabile e premiante che - a detta del presidente - porterebbe il prezzo finale oltre i 40 centesimi, di un 20 per cento sopra i livelli della media italiana.

Anche Palazzo Vecchio è intervenuto con il sindaco Dario Nardella e l’assessore alle partecipate Federico Gianassi elogiando il presidente Campinoti che "da settembre 2019 si è occupato del rilancio dell’azienda che nel primo trimestre del 2020 ha conseguito ottimi risultati". "Le priorità sono e restano - hanno sottolineato Nardella e Gianassi - l’importanza e la centralità dello stabilimento fiorentino del latte, la tutela occupazionale e la valorizzazione della filiera del Mugello, punti fermi che si inseriscono in modo necessario in un piano di sviluppo e di rilancio complessivo dell’azienda". 

Mastrolia ha risposto anche al Comune confermando che la Centrale del Latte d'Italia intende mantenere cruciale il ruolo di Firenze con la direzione generale, la direzione del personale ed il settore ricerca e sviluppo del prodotto. 

Il primo Aprile 2020 il Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze e Fidi Toscana hanno dato il benvenuto al nuovo socio Newlat Group che ha acquisito il 46,24 per cento delle quote di Centrale del Latte d’Italia che detiene il 100 per cento della Centrale del Latte della Toscana. All'arrivo del nuovo socio gli enti toscani hanno dichiarato di aver apprezzato il riconoscimento alla filiera produttiva definita "di alta qualità e fiore all’occhiello anche per i prodotti biologici" ma sottolineando subito "la centralità dello stabilimento fiorentino del latte, dei lavoratori e della filiera del territorio".


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