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Attualità martedì 07 aprile 2020 ore 12:25

Covid, la filiera della moda vuole riaprire subito

In foto una macchina da cucire

Le imprese della sezione Moda di Confindustria Firenze hanno lanciato l'allarme sulla tenuta del comparto dopo la chiusura dovuta al coronavirus



FIRENZE — Confindustria Firenze ha lanciato una allerta per il rischio estinzione del comparto moda in mancanza di un piano per la riapertura graduata di tutta la filiera "Non possiamo permetterci un ulteriore stop anche dopo il 14 aprile" hanno sottolineato in un comunicato gli imprenditori interessati. Secondo i dati di Confindustria "La totalità delle imprese della filiera della pelletteria e calzature sono chiuse. A fare eccezione, sono solo quelle rarissime aziende, che hanno potuto riconvertire la propria produzione in mascherine e camici e su cui tuttavia, gravano i medesimi problemi economici delle altre, non potendo mantenere i costi aziendali, con la sola produzione dei dispositivi di protezione individuali".

“Molte aziende hanno già ordini in casa per i prossimi 2 o 3 mesi - ha detto David Rulli, presidente della sezione Moda di Confindustria Firenze -. Ordini su cui, grava pesantemente la possibile richiesta di annullamenti, causata della stagionalità dei prodotti. Per la filiera, soprattutto per le piccole e medie imprese, sarebbe un colpo mortale, perché gli annullamenti andrebbero a sommarsi ad una perdita di fatturato, ad essere ottimisti, già ad oggi stimata intorno 40%. Un danno economico, cui difficilmente molte riuscirebbero a sopravvivere. Non vogliamo fare business, ma tutelare posti di lavoro”.

Per questo, la sezione moda di Confindustria Firenze chiede una riapertura, anche progressiva delle imprese dopo il prossimo 14 aprile. 

“La tutela della salute dei nostri dipendenti, dei collaboratori e degli stessi imprenditori viene prima di tutto - ha aggiunto David Rulli, presidente della sezione moda di Confindustria Firenze -, ma sono loro i primi a chiederci di riaprire, perché si rendono conto dei problemi ai quali stiamo andando incontro.
Se lo stop delle nostre imprese proseguirà a lungo, rischiamo di perdere quel capitale di competenze e conoscenze, vero patrimonio delle nostre imprese, che ha reso il nostro polo della pelletteria fiorentina e le aziende della moda in generale incontrastate eccellenze e bandiere del made in Italy nel mondo”.

Ad essere in pericolo sono tutte le imprese della filiera, ma l’allarme si fa ancora più forte per quelle piccole e medie aziende, cui, già oggi, risulta gravoso, se non impossibile, coprire quella parte di retribuzione dei propri dipendenti non coperta dalla CIG.

“In tempi felici, abbiamo sempre giocato in squadra con istituzioni e territorio. Oggi, più che mai, dobbiamo continuare a lavorare insieme – ha concluso David Rulli –, perché i costi della ripresa saranno importanti e per sostenerli abbiamo bisogno anche della loro collaborazione. Non chiediamo aiuti, ma la possibilità di ripartire e credito agevolato che ci supporti in questo complesso presente storico e dopo gli annunci del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ieri sera, attendiamo oggi di leggere il testo del Decreto per comprendere bene il reale supporto che potrà arrivare a beneficio delle nostre imprese".


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