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Attualità martedì 16 giugno 2020 ore 14:59
Reduce di guerra in visita alla sua ex prigione
Il Cavaliere della Repubblica, Bruno Faggioli, è tornato dopo 77 anni nella caserma dalla quale, imprigionato dai tedeschi, era riuscito ad evadere
FIRENZE — Questa mattina il Cavaliere della Repubblica, Bruno Faggioli, reduce della Seconda Guerra Mondiale, ha rivisitato dopo 77 anni la caserma nella quale fu imprigionato dai tedeschi. Oggi la caserma ospita la Polizia di Stato.
Bruno Faggioli, oggi 96enne e neo Cavaliere della Repubblica Italiana, alcuni giorni fa ha espresso un desiderio al sindaco del suo paese, Montespertoli “Vorrei tanto rivisitare la caserma dove fui imprigionato in tempo di guerra e dalla quale riuscii ad evadere, calandomi con una fune dalla finestra della cella”. Bruno fu arrestato dopo l’8 Settembre del ’43 e, fatto prigioniero dai tedeschi.
"Quello stesso giorno - ha raccontato - alcuni soldati italiani furono radunati nel piazzale della caserma vicino alla Fortezza da Basso e messi di fronte ad una scelta determinante: fare un passo avanti ed unirsi all’esercito tedesco o restare fermi ed essere imprigionati, destinati inevitabilmente alla deportazione in Germania".
Imprigionato in una cella che ad una decina di metri d’altezza si affaccia su quella che oggi è via del Pratello, riuscì ad evadere e a ritrovare la libertà il 22 Settembre del 1943, dopo essersi calato con una corda, portatagli dal padre durante un colloquio, insieme ad altri 2 soldati prigionieri.
Il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini si è attivato insieme al suo cerimoniere della polizia municipale Vieri Lascialfari per soddisfare il desiderio di poter calpestare ancora una volta quel cortile dove fece la scelta che segnò la sua vita. Il Questore Armando Nanei ha organizzato la visita e questa mattina il Cavaliere Faggioli, accompagnato dalla moglie Leda (94 anni), dal sindaco e dal cerimoniere di Montespertoli ha rimesso piede in quella che oggi è un distaccamento della Questura di Firenze, la Caserma Fadini. Bruno è stato ricevuto all’ingresso di via Dionisi da Domenico Messina, Primo Dirigente della Polizia di Stato, responsabile della struttura, di fronte al quale non ha trattenuto la forte emozione, affascinando con il suo racconto tutti i presenti.
La visita è proseguita in via del Pratello sotto la finestra dalla quale 77 anni fa si era calato verso la libertà.
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