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Cronaca giovedì 23 luglio 2020 ore 10:00

Usuraio record applica interessi del 300 per cento

Sequestrati beni per 2 milioni e mezzo di euro, è la prima confisca per sproporzione eseguita dal Tribunale di Firenze dopo una condanna



FIRENZE — I militari della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Firenze hanno eseguito un sequestro per sproporzione nei confronti di un imprenditore calabrese di 51 anni, residente nel pratese, mediante il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di circa 2 milioni e mezzo di euro. Si tratta della prima confisca per sproporzione eseguita dal Tribunale di Firenze in fase successiva alla condanna che interessa non solo il provento o il frutto del reato, ma tutto il patrimonio riconducibile all’indagato. 

L'indagine penale coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, diretta Giuseppe Creazzo, ed eseguita dai carabinieri di Oltrarno, è nata da una denuncia presentata da un’imprenditrice fiorentina finita da qualche anno nella rete di un usuraio. Gli approfondimenti investigativi, oltre a suffragare la denuncia iniziale, hanno permesso di individuare altri imprenditori locali vittime del medesimo reato da parte del destinatario dell’odierno sequestro, che aveva accordato in più circostanze prestiti a commercianti fiorentini a tassi superiori al 300 per cento su base annua, chiedendo in un caso anche un’abitazione in ristoro del debito.

Si sarebbero rivolti all’usuraio, costretti da problemi finanziari, sei titolari di bar, ristoranti e negozi del capoluogo toscano e dell’hinterland fiorentino, pattuendo la restituzione dei prestiti con brevissima scadenza, tra uno e tre mesi.

Grazie alle tecniche investigative sono stati ricostruiti i vari momenti dell’attività criminosa, tra cui incontri al parco delle Cascine con una delle vittime.

Il processo si è concluso con una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione, 10.000 euro di multa e 19.500 euro di confisca a seguito di applicazione della pena su richiesta delle parti, cosiddetto patteggiamento.

L’attività degli inquirenti non si è però fermata, all’aspetto penale, ma ha ricostruito l’origine di tutta la ricchezza accumulata dall’usuraio. Una volta divenuta definitiva la pronuncia penale emessa, sono entrati in campo i Carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo e gli specialisti del G.I.C.O. della Guardia di Finanza nell’aggressione dei proventi illeciti, che hanno approfondito ogni dettaglio dell’asset patrimoniale del condannato o, comunque, a lui riconducibile.

L’attività si è sostanziata nell’esecuzione di analitici accertamenti patrimoniali nei confronti di 9 soggetti. Si tratta di un’approfondita analisi di come e quando sono stati acquistati beni mobili e immobili dal nucleo familiare del condannato o da società e soggetti a lui riconducibili, riscontrata con le fonti reddituali dichiarate al fine di accertarne la coerenza.

Sono stati ricostruiti, pertanto, i redditi del nucleo familiare del soggetto per gli anni in cui ha effettuato l’attività di usuraio e confrontati con le spese documentate e quelle presumibili per le normali attività familiari, dimostrando che, nei 7 anni esaminati, il nucleo familiare del condannato aveva acquisito beni per alcune centinaia di migliaia di euro, in eccesso rispetto ai redditi dichiarati.

Da qui la presunzione che tutto il patrimonio fosse inquinato dalla provenienza illecita dei proventi e la conseguente proposta di sequestro patrimoniale, predisposta dai P.M. Luca Tescaroli e Christine von Borries, i quali hanno avanzato motivata richiesta di confisca per sproporzione ai sensi dell’articolo 676 c.p.p. in relazione all’articolo 240 bis c.p. al Giudice del Tribunale di Firenze, che l’ha accolta, emanando il decreto oggi eseguito congiuntamente da Guardia di Finanza e Carabinieri.


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