Giustizia lenta, a Siena volano gli stracci

Gli avvocati accusano i giudici di comportamenti illegittimi e minacciano l'astensione dai processi. Secca la replica delle teghe: "Accuse generiche"

FIRENZE — Ad aprire il botta e risposta tra magistrati e avvocati in forza al Tribunale di Siena è stata l'Assemblea che questi ultimi hanno tenuto il 23 aprile scorso.

Nella delibera conclusiva, infatti, gli avvocati si sono scagliati contro le toghe imputando loro di fatto la lentezza del sistema della giustizia penale e civile nella città del Palio. Gli avvocati hanno chiesto formalmente ai giudici di portagli il rispetto che pretendono per loro stessi, accusandoli di comportamenti illegittimi e non educati. Un documento che si concludeva con una minaccia: se questi comportamenti non dovessero cessare gli avvocati potrebbero decidere di disertare le udienze, paralizzando la macchina della giustizia.

Da qui la replica delle toghe.

""Respingiamo con forza il documento approvato dall'assemblea degli avvocati di Siena - hanno scritto i giudici in una nota -, che è inaccettabile nei toni, nei contenuti e nei modi". I giudici accusano gli avvocati di aver dispensato "accuse indiscriminate e generiche".

"Nonostante l’impegno da ciascuno di noi profuso - si legge nella nota dei magistrati -, viene rivolta ai giudici in modo indiscriminato e come tale non accettabile, l’accusa di comportamenti illegittimi e non educati e quella incredibile di lavorare fino a tarda ora. Non comprendiamo quindi a cosa serva e dove possa portare questa inutile contrapposizione, contraria alla logica di contribuire uniti al miglioramento, ciascuno nel proprio ruolo e nel reciproco rispetto della funzione, del servizio giudiziario".

Ed ecco la richiesta di ritirare la minaccia di disertare le udienze e l'invito a un dialogo proficuo.

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