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Attualità martedì 19 maggio 2020 ore 19:20

Il Covid ha polverizzato un terzo della produzione industriale toscana

Il crollo è peggiore di quello previsto a livello nazionale. Per tutti i settori flessioni a due cifre. Le province più in crisi



FIRENZE — Il crollo della produzione industriale della Toscana è peggiore di quello già drammatico osservato a livello nazionale, visto che si stima la flessione del 33,1% rispetto a Marzo 2019. Un terzo della produzione è scomparsa. Ad affermarlo è l'ultimo rapporto dell'Irpet sugli effetti economici dell'epidemia di Covid-19.

"Una caduta di queste proporzioni era nelle attese, dato il lock down, ma non ha confronti con il passato - spiega l'Irpet - Il livello di produzione raggiunto con questa contrazione non trova uguali nemmeno se risaliamo ai primi dati disponibili, cioè quelli riferiti al gennaio 1990. Per trovare volumi di produzione analoghi si deve andare ai livelli di produzione della fine degli anni ’70. Nella crisi del 2008-2009 c’erano voluti quasi quattro trimestri per arrivare ad una flessione comunque assai più contenuta. Nella fase attuale sostanzialmente tutti i settori fanno registrare flessioni a due cifre".

Secondo i calcoli dell'Irpet la Toscana avrebbe subito l’impatto del virus in misura peggiore delle altre realtà locali. Solo le Marche e il Piemonte hanno risultati peggiori (flessioni dal 33 al 35%) e comunque non va molto meglio in altre regioni solitamente portate a confronto con la Toscana come la Lombardia (-28,7%) e il Veneto (32%).

I settori che hanno registrato il calo maggiore in Toscana sono tessile, abbigliamento e prodotti della pelletteria (-58%). In linea con questo risultato è anche quello delle imprese che producono mezzi di trasporto di vario genere, incluse le imbarcazioni (-56%). 

Le aziende meno colpite sono le industrie alimentari, con una flessione mensile “solo” del 5,2%, e quelle chimiche e farmaceutiche che nel complesso hanno contenuto la contrazione entro i dieci punti percentuali (-9,6%). 

La meccanica, altro importante pilastro della nostra struttura economica regionale, si dovrebbe attestare attorno a un -40% con risultati leggermente peggiori per i macchinari rispetto a quanto invece si stima per gli apparecchi elettrici. Nel caso del settore cartario, in media in regione si stima una contrazione attorno al -16,1%. La gran parte degli altri settori oscilla tra il -30 e il -40%.

Nel confronto con il mese più duro della crisi finanziaria di dieci anni fa - Marzo 2009 - i settori delle produzioni tipiche della nostra regione hanno avuto risultati assai peggiori.

LA SITUAZIONE NELLE PROVINCE

PRATO - La provincia che sembrerebbe aver sofferto maggiormente nel corso di Marzo è stata quella di Prato, con una flessione della produzione industriale complessiva che calcoliamo in un -42,3% rispetto allo stesso mese del 2019. Se accorpiamo anche i primi due mesi dell’anno otteniamo una flessione del primo trimestre 2020 rispetto a quello del 2019 che è pari al -19,4%. 

Nessuna altra realtà locale interna alla regione ha subito una tale ripercussione. 

La gravità della situazione pratese emerge ancor più se estendiamo la nostra prospettiva di analisi così da considerare gli ultimi quindici anni: Prato in questo ultimo trimestre ha prodotto poco più che la metà di quanto produceva a fine 2006. 

AREZZO - La provincia che più si avvicina a questi risultati è Arezzo con una caduta mensile del 38% (la flessione nel trimestre è del -13,0%) ma la dinamica complessiva degli ultimi quindici anni sembrerebbe meno pesante di quella pratese. 

MASSA CARRARA - Una traiettoria di lungo periodo estremamente negativa è quella di Massa Carrara alla quale si aggiunge una flessione del 34,7% nel mese di marzo (-12,3% il primo trimestre rispetto al corrispettivo 2019). 

FIRENZE - Situazione molto difficile anche per Firenze che ha visto la propria produzione industriale flettere del 13,0% nei primi tre mesi dell’anno rispetto al primo trimestre 2019; Firenze ha solo parzialmente contenuto la caduta del mese di Marzo visto che si assesta su un -33,4% rispetto a marzo 2019. 

GROSSETO E LUCCA - Risultati meno pesanti, anche se si sta parlando di numeri gravissimi ugualmente, sono quelli di Grosseto (-19,9% nel mese; -6,4% nel trimestre) e di Lucca, che si trova a registrare una caduta del 20,5% a marzo (-7,4% nel primo trimestre).

Nel complesso, il primo trimestre del 2020 fa segnare una diminuzione del livello di produzione industriale del 12,3% rispetto ai tre mesi iniziali del 2019. La Toscana fa anche in questo caso peggio di quanto l'Istat stima a livello nazionale, non solo perché il risultato di Marzo è stato più negativo ma anche perché la Toscana sembrerebbe aver risentito maggiormente degli effetti nefasti del virus anche nel mese di febbraio, probabilmente a causa di una maggior dipendenza di alcuni settori dalle importazioni provenienti dalla Cina che in quel mese erano in parte bloccate.


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