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Attualità venerdì 16 gennaio 2015 ore 13:27

Il ministero assolve la Chil e accusa Fidi

foto Newquotidiano.it

"Nessuna irregolarità nelle garanzie" ha dichiarato il sottosegretario Zanetti che però ha scaricato la responsabilità dei controlli su Fidi Toscana



ROMA — Nuovo capitolo della vicenda Chil Post, l'azienda che faceva capo al padre del premier Tiziano Renzi fallita nel 2013. A fornire nuovi spunti la risposta del sottosegretario all'economia Zanetti ad un'interrogazione presentata dal deputato di Sel Giovanni Paglia affinchè venissero accertate eventuali anomalie e irregolarità sulle garanzie fornite prima dalla finanziaria della Regione Fidi Toscana e poi dallo stesso Ministero su un mutuo da da 437.000 euro contratto nel 2009 dalla Chil Post con il Credito Cooperativo di Pontassieve. Nel 2013, dopo il fallimento della società, il Credito cooperativo ottenne da Fidi il rimborso della cifra garantita (263.000 euro) e l'anno successivo il Ministero dell'economia deliberò di rifondere a sua volta a Fidi 236.000 euro, attraverso il Fondo centrale di garanzia.

Rispondendo in commissione all'interrogazione, il sottosegretario ha escluso la possibilità di revocare la contro-garanzia concessa dal Ministero prendendo come motivazione una serie di operazioni effetuate da Tiziano Renzi dopo il 2009, come la cessione delle quote della Chil, il cambio del management e lo spostamento della sede legale della società a Genova, quindi fuori dalla Toscana.

"In base alle disposizioni operative del Fondo - ha dichiarato Zanetti -  le variazioni intervenute non rilevano irregolarita' ai fini dell'efficacia della garanzia prestata dal Fondo nei confronti del garante di primo livello (Fidi Toscana, ndr) nè anomalie rispetto alle ordinarie modalita' di intervento fissate dalla legge e dai provvedimenti ministeriali".

Al tempo stesso però Zanetti ha ricordato che "spetta a Fidi Toscana la certificazione del merito del credito delle imprese che beneficiano della garanzia". Per il Ministero quindi doveva essere Fidi Toscana a vigilare affinchè le condizioni che avevano reso possibile la garanzia degli enti pubblici sul mutuo continuassero ad esistere.

La puntualizzazione di Zanetti ha però innescato una dura reazione da parte del deputato vendoliano autore dell'interrogazione. 

"Non è accettabile che il Ministero si limiti ad affermare che la responsabilità per l'attività di valutazione del merito di credito della società garantita spettava a Fidi Toscana - ha dichiarato Paglia - Il Fondo centrale di garanzia non può abdicare alla responsabilità di vigilare sull'operatività dei confidi che si avvalgono della sua contro-garanzia". "In questa vicenda credo che il Fondo debba rivalersi su Fidi Toscana per gli oneri derivanti dall'escussione della garanzia - ha aggiunto Paglia - E chiedo al governo di prendere spunto da questo caso per modificare le istruttorie adeguandosi ai  più avanzati standard degli intermediari creditizi privati che monitorano le singole pratiche più volte nel corso dell'anno".


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