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Arte giovedì 02 ottobre 2014 ore 13:26

La Grosse Fatigue di Camille

Fino all'8 febbraio il museo Gucci propone una mostra dedicata al cortometraggio dell'artista francese Camille Henrot, vincitore del Leone d'argento



FIRENZE — Dopo la mostra dedicata a opere storiche degli anni 1960-1970 di Lee Lozano, Alina Szapocznicow e Evelyne Axell, il Museo Gucci ha puntato su Camille Henrot, artista parigina 36enne che utilizza molteplici mezzi di espressione, video, disegni, fotografie, sculture, installazioni, film.

Il suo Grosse Fatigue, presentato per la prima volta nel 2013 alla 55a Biennale di Venezia dove ha vinto il Leone d'Argento, è già stato esposto in molti musei all'estero. Basato su un immenso lavoro di ricerca svolto allo Smithsonian Institute di Washington, Grosse Fatigue è un video di 13’, ritmato dalla musica del compositore Joakim e dalla voce dello slammer Akwetey Orraca-Tetteh, che declama in "spoken word" una lunga poesia scritta in collaborazione con lo scrittore Jacob Bromberg.

Con quest'opera l'artista ha cercato di sovrapporre tutti i racconti scientifici, storici, mitologici, artistici, antropologici legati alla Genesi e all'evoluzione del mondo. 

"Nel mio video la volontà di universalizzare le conoscenze si accompagna alla coscienza che ho di questo atto - ha spiegato Camille Henrot - Vale a dire che nel momento stesso in cui aspiro a rendere il mondo abitabile mediante una totalizzazione soggettiva, sono anche consapevole della follia di questo tentativo e dei suoi limiti intrinseci".

Insieme a Grosse Fatigue, il Museo Gucci presenta anche due scultura di Henrot realizzate con materiali diversi, dagli oggetti industriali per Tevau (2009) ai fiori della serie intitolata "È possibile essere rivoluzionari e amare i fiori?", iniziata nel 2012 alla Triennale del Palais de Tokyo.


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Martin Bethenod - dichiarazione

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