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Attualità venerdì 12 giugno 2015 ore 17:10

L'Anm contro Piero Tony e il suo libro

La Giunta distrettuale toscana del sindacato dei magistrati si è scagliata contro le memorie dell'ex procuratore di Prato: "Così ci delegittima"



FIRENZE — Il titolo del libro è eloquente già di per sé: "Io non posso tacere". Si tratta della raccolta delle considerazioni che l'ex procuratore Piero Tony ha voluto affidare all'attuale direttore del Foglio, Claudio Cerasa, subito dopo essere andato in pensione un anno fa. Un libro con cui Tony ha voluto dire la sua su un sistema gestito da toghe politicizzate.

"È come se a un tratto - si legge in uno dei passaggi del libro -, in mancanza di alternative di governo, una parte della magistratura avesse scelto di perseguire attraverso la via giudiziaria l’applicazione del socialismo reale. Ma così salta tutto. Saltano i confini tra la politica e la magistratura. Salta la distinzione dei ruoli. Oggi è solo tautologia dire che la magistratura è partitizzata, non si tratta di un’opinione, è un dato di fatto".

Da qui la reazione dell'Anm Toscana

"L'autore, - hanno scritto i magistrati che compongono la Giunta distrettuale toscana - che per molti anni ha esercitato l'attività di magistrato in Toscana, ricoprendo anche il ruolo di presidente del tribunale per i minorenni di Firenze e di procuratore della Repubblica di Prato, ha ritenuto, solo dopo essere andato in pensione, di pubblicare un testo dalla valenza oggettivamente delegittimante dell'intero Ordine Giudiziario, in quanto intessuto di giudizi del tutto infondati".

"Non è del resto accettabile - proseguono i magistrati toscani - che chi ha ricoperto importanti incarichi direttivi attenda di andare in pensione per esprimere pubblicamente i propri asseriti convincimenti critici sulla categoria professionale di appartenenza, quando invece, coerentemente ai propri dichiarati convincimenti, l'ex collega Tony avrebbe potuto e dovuto tradurre in denunce ed iniziative formali le distorsioni di cui lamenta soltanto ex post la diffusa esistenza".

"A tutela, quindi, dei colleghi, inquirenti e giudicanti, che ogni giorno, senza essere in alcun modo condizionati da clamore mediatico o da altre motivazioni, compiono responsabilmente il proprio dovere - conclude la nota -, la Giunta ribadisce che la realtà dei fatti non è quella descritta nel libro di Piero Tony, ma è il portato del quotidiano impegno e sacrificio dei magistrati, e sottolinea al contempo il dovere di denunciare eventuali e singole patologie quando si è nell'esercizio delle funzioni giudiziarie, in specie se direttive, e non quando si è nella comoda posizione di potere dire tutto, senza assumere alcuna responsabilità".


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