Lucchini: "Napolitano salvi l'altoforno"

I sindacati hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica e a Enrico Letta: "Serve nuovo minerale, o il 10 marzo si ferma l'attività"

LIVORNO — "Se entro il 6 febbraio non verranno acquistate due navi cariche di minerale, in grado di raggiungere Piombino entro 40 giorni e dare nuova linfa all'altoforno della Lucchini, l'impianto verrà spento e non potrà più essere riacceso".
Le Rsu dell'impresa livornese, insieme ai sindacati territoriali Fiom, Fim e Uilm hanno affidato il loro grido d'allarme a una lettera, scritta a nome di tutti i lavoratori e indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Premier, Enrico Letta, al sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vinceti, ma anche al Governatore della Toscana, al Presidente della Provincia di Livorno e al Sindaco di Piombino.
Obiettivo, ridare speranza alla Lucchini.
Le riserve di minerale da lavorare all'interno dell'altoforno, spiegano infatti i delegati sindacali, finiranno il 10 marzo prossimo. E' dunque necessario acquistare nuovo materiale per alimentare l'impianto e, visto che le navi impiegano più di un mese per arrivare a Piombino, bisogna muoversi subito.
Altrimenti non solo si finirebbe per bloccare la produzione - riavviare un altoforno vecchio come quello della Lucchini, infatti, richiederebbe molto tempo - ma si rischierebbe anche di perdere il possibile compratore.
Senza l'intervento del giordano Khaled al Hababeh, che investirebbe 2 miliardi su Piombino, infatti 3000 posti di lavoro andrebbero persi.
Per questo operai e sindacati hanno chiesto l'intervento delle più alte cariche istituzionali, chiedendo che prendano di petto la questione, evitando ulteriori rinvii.

Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI