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Attualità sabato 24 maggio 2014 ore 13:33

Magherini, ora i familiari vogliono il processo

Servizio di Tommaso Tafi

Secondo l'avvocato di parte, la perizia redatta dai consulenti certifica che quella del quarantenne fiorentino "è tutto tranne una morte spontanea"



FIRENZE — La morte di Riccardo Magherini, deceduto il 3 marzo scorso in Borgo san Frediano a Firenze mentre veniva arrestato da quattro carabinieri, non sarebbe una morte spontanea
O almeno questa è la lettura che arriva da Fabio Anselmo, legale della famiglia Magherini, che il giorno dopo la diffusione del verbale redatto dai consulenti della Procura fiorentina, della difesa e degli stessi familiari, ha voluto organizzare una conferenza stampa per sottolineare come "il documento provi in maniera inequivocabile" che il quarantenne fiorentino sarebbe morto "a causa della sua restrizione violenta".
Niente overdose di cocaina, dunque, come invece sostenuto dall'avvocato dei 4 carabinieri indagati per omicidio preterintenzionale, Francesco Maresca, che ieri aveva anche sottolineato come i consulenti escludessero "l'ipotesi del pestaggio".
Due tesi che Anselmo rispedisce al mittente. "Magherini faceva uso di cocaina e questo è vero - ha detto Anselmo in conferenza stampa - ma al momento della sua morte sono state rinvenute solo tracce minime di coca nel sangue (0,4 mg)". E comunque, ha proseguito il legale, "le cause principali della morte sono la disfunzione cardiaca dovuta allo stato di agitazione e alla paura in cui si trovava Riccardo e all'asfissia, che certo non si è procurato da solo".
Per quanto riguarda, invece, il pestaggio, Fabio Anselmo ha sottolineato come nè i consulenti nè la loro relazione (che è di una pagina e mezza, ndr) si siano occupati di indagare in quella direzione. "Quello che invece segnala il verbale - ha aggiunto il legale della famiglia - è una lesione epatica al fegato, che Riccardo non può essersi autoinflitto".
 
Per tutti questi motivi i familiari di Magherini auspicano che il Pubblico Ministero chieda che venga istruito al più presto un processo per far luce su tutti i punti oscuri della vicenda.
"Se nei casi di Michele Ferrulli e di Giuseppe Uva  - ha concluso l'avvocato Anselmo - avessi avuto un verbale come questo, il mio lavoro sarebbe stato molto più semplice".


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