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Cronaca giovedì 15 ottobre 2015 ore 13:50

Pino Daniele, non fu omicidio colposo

La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione: non ci sono responsabilità di terzi nella morte del cantautore napoletano deceduto il 4 gennaio scorso



ROMA — Nel chiedere l'archiviazione dell'inchiesta per la morte di Pino Daniele il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Marcello Monteleone, sostengono che la morte è sopraggiunta per uno shock cardiogeno, un decadimento dell'organo. Nel decesso potrebbe avere avuto un peso anche l'assunzione di farmaci vasodilatatori che l'artista assunse con la convinzione di superare la crisi, quando comparvero i primi sintomi del malore.

Pino Daniele, era un soggetto "affetto da cardiomiopatia dilatativa post-ischemica, coronaropatico e già sottoposto ad intervento di by-pass aorto-coronarico e iperteso", aveva avuto un malore nella sua villa in provincia di Grosseto e aveva espressamente chiesto di essere trasportato a Roma per essere controllato dal cardiologo di fiducia. 

Così l'ambulanza che era stata già chiamata e che lo avrebbe potuto portare nel più vicino ospedale di Orbetello venne mandata indietro perché l'artista napoletano, come già era successo altre volte nei casi di malore, pretendeva di affidarsi esclusivamente alle cure di chi conosceva bene la sua storia clinica.

Nel sollecitare l'archiviazione, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Marcello Monteleone non hanno potuto non tenere conto delle conclusioni del collegio dei consulenti nominati a suo tempo per fare luce sulle cause del decesso. E secondo gli esperti, se Pino Daniele avesse scelto di essere ricoverato a Orbetello avrebbe avuto sicuramente maggiori possibilità di salvarsi, ma non è sicuro che avrebbe comunque superato il grave episodio cardiaco. 

"La scelta di ricorrere alle cure dell'Ospedale S. Eugenio a Roma - scrissero i consulenti della Procura - ha privato Pino Daniele di giovarsi di opportunita' terapeutiche in modo tempestivo ma non possiamo affermare con alta e neppure buona probabilità logica, ma solo in termini di riduzione di chance, che il trasporto in Centro attrezzato più vicino sarebbe stato salvifico". 

Preferire il trasferimento nel nosocomio romano piuttosto che "affidarsi ai sanitari dell'ambulanza medicalizzata e/o raggiungere il Centro ospedaliero piu' vicino" ha rappresentato per il cantautore napoletano la perdita di un'opportunità.


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