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Attualità domenica 08 novembre 2015 ore 07:00

Università, tutte le gaffe delle matricole

Dalla foto-tessera con la giraffa ai selfie in auto fino agli indecisi che scelgono la facoltà come se fossero in pizzeria. Una carrellata di storie



PISA — I tempi cambiano, la tecnologia corre a una velocità esponenziale. Tutto diventa touch eppure non tutti i giovani riescono a essere al passo coi tempi.

E' quello che si evince sentendo alcune storie che arrivano direttamente dall'ufficio matricole dell'Università di Pisa, dove centinaia di giovani si iscrivono ogni anno per iniziare il percorso accademico.

L'ostacolo più grosso pare essere quello della fototessera. Facile no? No... se qualcuno arriva addirittura a presentare la propria candidatura allegando la foto di una giraffa al posto della propria.

Potendo inviare la foto tramite computer (non serve più la fototessera cartacea, anche il libretto è digitale, ndr) si dovrebbe facilitare le consegne. Niente da fare, una percentuale non trascurabile di matricole ha vari problemi: arrivano (e tornano al mittente) foto con soggetti in costume da bagno, facce riprese dal basso in alto, pose strane, sfuocate, selfie in auto, primi piani coi capelli al vento e un ventilatore che si intravede in uno scorcio della foto. Eppure la procedura è molto semplice: una foto in primo piano con un superficie bianca dietro. Solo questo è richiesto.

Gli errori e le gaffe non si esauriscono però solo sulle foto. A quanto raccontano alcuni operatori degli sportelli sono molti gli studenti indecisi: c'è qualcuno che arriva dicendo di volersi iscrivere ma di non aver ancora scelto la facoltà. La decisione, raccontano i dipendenti dell'ufficio, per qualcuno è avvenuta scorrendo la lista delle facoltà, scegliendo il percorso universitario che durerà anni così come si sceglie una pizza al ristorante.

Oppure ci sono quelli che arrivano negli ultimi giorni e pretendono di iscriversi a medicina, senza sapere affatto dell'esistenza dei test d'ammissione.

Altri casi curiosi riguardano l'anagrafica, come quella ragazza 19enne che mentre comunicava i suoi dati fornì una data di nascita relativa al 1979. L'errore era evidente e l'addetta dell'Università obiettò che forse era sbagliata la data di nascita... la ragazza controllò e disse: “Ah si... è mia sorella che è nata nel 1979, io nel 1994, mi imbroglio sempre”. Quindici anni di differenza. Oppure il giovane che si presentò allo sportello coi moduli compilati ma con i dati di un'amica perché: "I miei si erano bagnati e ho preso questi".

Quello che è certo è che gli operatori dello sportello iscrizioni ogni autunno avranno delle storie molto divertenti da raccontare ai loro amici.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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