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Attualità venerdì 10 giugno 2016 ore 17:44

Discriminata dal Comune: lavoratrice riassunta

La collaboratrice precaria era stata discriminata dal Comune perché incinta: il giudice ha condannato l'ente all'assunzione a tempo indeterminato



PISTOIA — Il fatto risale al 2007: Maria Grazia lavorava da tre anni come collaboratrice scolastica presso gli asili comunali ed aveva i requisiti per accedere alla stabilizzazione, come altre che, invece, l’hanno ottenuta, ove le fosse stato riconosciuto come periodo lavorato anche l’assenza determinata dall’astensione obbligatoria per maternità.

Il Comune di Pistoia invece (si parla del 2007 quindi della passata amministrazione Berti, ndr), nonostante il Protocollo d’Intesa che aveva sottoscritto con la Consigliera di Parità della Provincia di Pistoia, non ha voluto riconoscere utile ai fini del computo del servizio di Maria Grazia il periodo di sua astensione obbligatoria per maternità – afferma l'avvocato Marica Bruni - Il Comune di Pistoia, con l’esclusione della lavoratrice si è posto, pertanto in contrapposizione con la normativa e la giurisprudenza europea, in particolare con la Direttiva 2006/54/CE che riguarda l’attuazione del principio delle
pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego. Per il Comune la maternità è stata motivo di penalizzazione. Si consideri anche la ricaduta
psicologica di siffatta condotta datoriale su una lavoratrice”.

In sostanza Maria Grazia, a tutela della sua salute e di quella del nascituro non doveva svolgere attività lavorativa ma, questa sua impossibilità di assumere decisioni sullo svolgere o meno la prestazione, è stata punita dal Comune qualificando il periodo di lavoro vietato come periodo non lavorato: "una visione interpretativa assolutamente penalizzante e contraria ai principi del diritto antidiscriminatorio. Anche in considerazione di ciò la lavoratrice ha avuto un importante risarcimento di 10mila euro”.

Dopo un periodo di disoccupazione, Maria Grazia ha continuato a lavorare con contratti a tempo determinato presso il Comune di Pistoia, al fianco delle colleghe che nel frattempo avevano ottenuto un contratto a tempo indeterminato.

"Questa sentenza - afferma Silvia Biagini, segretaria della Funzione Pubblica CGIL Pistoia - Ha permesso di rendere finalmente giustizia ad una vicenda di inaccettabile discriminazione per ragioni dovute alla maternità, che è purtroppo una prassi ricorrente e ampiamente diffusa. Una sentenza che - aggiunge la responsabile dell’ufficio vertenze della CGIL Luana del Bino - Che ci rende particolarmente orgogliose e destinata a far giurisprudenza".


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