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Cronaca mercoledì 29 gennaio 2020 ore 18:58

Abusi su minori nella comunità soppressa dal Vaticano

Nove religiosi indagati nell'inchiesta che ruota intorno a un giovane che ha denunciato di aver subito abusi sessuali insieme al fratello



PRATO — L'inchiesta è ancora nella fase iniziale e ci ha tenuto a ribadirlo il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi. Così come ha sottolineato che, al momento, le indagini si basano solo sulle dichiarazioni di un giovane e che quindi "non ci sono certezze" ma solo elementi da approfondire. Ha comunque suscitato enorme scalpore la vicenda dei due fratelli, oggi  ventenni, che quando avevano meno di 14 anni avrebbero subito abusi sessuali da alcuni membri della comunità religiosa a cui i genitori li avevano temporaneamente affidati. Si tratta dei Discepoli dell'Annunciazione, un'associazione pubblica di fedeli dediti al culto mariano, riconosciuta dal diritto canonico nel 2010 e soppressa dal Vaticano nel dicembre 2019 "per gravi mancanze". Gli indagati sono nove, cinque sacerdoti, un frate e tre religiosi. Fra questi ci sarebbe anche il fondatore della comunità. Il reato ipotizzato è violenza sessuale di gruppo.

L'inchiesta è partita da una relazione dei servizi sociali del Comune a cui si sarebbe aggiunta la denuncia-querela presentata da una delle due vittime. La stessa persona si è rivolta nei mesi scorsi anche al vescovo di Prato, raccontando i fatti e innescando due reazioni: l'avvio del procedimento penale canonico nei confronti del fondatore della comunità e la segnalazione della vicenda alla procura anche da parte della Curia. 

Lo scioglimento dell'associazione invece sarebbe un atto precedente. Dal giorno della loro fondazione, i Discepoli dell'Annunciazione avevano accolto numerosi giovani provenienti da diversi Paesi del mondo ma, con il passare degli anni, avevano anche manifestato diverse "criticità e inadempienze". La Curia pratese aveva così disposto una verifica ufficiale nel 2013. Un'altra ispezione fu effettuata, su ordine del Vaticano, nel 2018. Tuttavia, come ha spiegato la Diocesi, le inadempienze proseguirono così come "gli atteggiamenti di diffidenza e distacco nei confronti dell'autorità diocesana" e visto che anche il numero degli aderenti era diventato esiguo, alla fine dell'anno scorso la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ha disposto lo scioglimento. Oggi il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ha spiegato che i religiosi che facevano parte dell'associazione avrebbero espresso il desiderio di ritirarsi tutti insieme in un unico luogo ma non situato a Prato. Il vescovo ha acconsentito chiedendo di essere avvisato in caso di spostamenti.


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