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Lavoro venerdì 17 luglio 2015 ore 16:50

Prato, cresce la sicurezza nelle aziende cinesi

Presentati i risultati dei primi dieci mesi del progetto 'Lavoro sicuro': dopo i controlli l'83 per cento delle imprese procede con la messa in regola



FIRENZE — Il piano triennale lanciato dalla Regione dopo il rogo della Teresa Moda, il 1 dicembre del 2013, in cui persero la vita sette operai cinesi che lavoravano e vivevano all'interno della azienda fa emergere dati incoraggianti.

Le ispezioni nelle aziende cinesi (e non solo) di Prato e dintorni hanno portato i primi risultati. Anche se due aziende su tre non risultano ancora in regola, quasi il 90 per cento, dopo i controlli, ottempera alle prescrizioni procedendo con la messa in regola dell'ambiente di lavoro.

Un dato che si riferisce solo ai quattro mesi, da settembre a dicembre dell'anno scorso ma che se mantenuto nel tempo potrebbe portare ad un ribaltamento, nel arco di due anni, dell'attuale situazione di irregolarità diffusa, passando da due aziende su tre non in regola oggi a quasi nove su dieci  in regola domani.

Sono 7.700 le imprese dislocate tra Firenze e Prato, nei primi dieci mesi ne sono state controllate circa 3000. Questo è stato possibile grazie all'assunzione di 74 ispettori delle Asl e alla collaborazione dei comuni, della polizia municipale, delle forze dell'ordine della direzione territoriale del lavoro, e di mediatori linguistici e culturali.

Su tutti i controlli, 306 volte gli ispettori si sono imbattuti in aziende che avevano già chiuso i battenti e non esistevano più. Delle restanti 818 sono risultate in regola (30.8 per cento) mentre in 1837 casi (69.2 per cento) si sono riscontrate irregolarità di vario genere e gravità.

Complessivamente sono stati messi sotto sequestro 286 dormitori e 138 cucine abusive, rilevati 682 impianti elettrici fatiscenti e 738 macchinari non in regola e in 69 aziende sono state trovate bombole del gas non a norma di sicurezza.

Il governatore della Toscana Enrico Rossi in conferenza ha annunciato di voler continuare i controlli anche dopo il termine del progetto, fissato per l'inizio del 2017 ed ha così commentato: "Non possiamo tollerare condizioni di schiavitù e perché la situazione cambi questa azione di controllo che abbiamo messo in campo deve essere costante e ininterrotta. 

Rossi ha incontrato anche i rappresentanti della Procura generale di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia tutti coinvolti nel progetto Lavoro sicuro ed ha espresso la volontà di istituire un tavolo di monitoraggio affiancato da personale amministrativo in supporto fornito dalla Regione.


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ENRICO ROSSI SU SICUREZZA - dichiarazione

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