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Attualità lunedì 27 ottobre 2014 ore 15:19

Prato, lotta dura contro le "imprese di carta"

Il sottosegretario agli interni Manzione ha siglato un patto per la legalità con i comuni della provincia per smascherare le attività fantasma



FIRENZE — Le chiamano "imprese di carta". Si tratta di quelle aziende che fanno capo a titolari di partite Iva fittizie che invece di identificare una persona in carne ed ossa, non sono altro che numeri vuoti. Negli ultimi anni queste realtà sono proliferate, anche a causa della semplicità con cui è possibile iscrivere un'azienda nel registro delle imprese delle camere di commercio locali, ottenendo la partita Iva da parte dell'Agenzia delle Entrate e l'iscrizione immediata all'Inps e all'Inail, il tutto via internet.

Smascherarle non è semplice, visto che i database delle tre realtà appena citate comunicano a fatica tra loro, ma non soltanto. Nel caso in cui ad esempio, i Vigili del Fuoco siano chiamati ad intervenire in una ditta per spegnere un principio d'incendio, gli estremi dell'intervento, compreso il numero della partita Iva del titolare, rimane nel loro database che non dialoga con quelli dell'Agenzia delle Entrate che su quella azienda potrebbe invece voler effettuare un controllo.

Per rendere più complicata la vita a questi truffatori, i Comuni dell'area attorno a Prato hanno siglato insieme alla Camera di Commercio, all'Agenzia dell'Entrate, all'Inail, al Inps e alle forze dell'ordine, un protocollo per creare un database unificato in modo da mappare le aziende che si servono di partite iva fantasma e il cui vero titolare rimane sconosciuto.

Un protocollo che ha ricevuto l'ok del governo, che ha partecipato all'incontro nella persona del sottosegretario agli Interni, Domenico Manzione, che ha assicurato che porterà questo problema anche a Roma.

L'idea è quella, una volta identificate le "imprese di carta", cancellarle dal registro delle imprese, revocar loro la partita Iva (cosa che al momento in caso di violazione, ad esempio, delle norme sulla sicurezza non avviene) e interdire l'azienda dal commercio con l'estero.

Per farlo occorre iniziare i controlli da subito, andando a verificare se dietro la partita Iva c'è una persona in carne ed ossa e con un domicilio anagrafico valido, o meno, già dal momento dell'iscrizione nel registro della Camera di Commercio.


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Servizio di Tommaso Tafi
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