Covid, al via il credito d’imposta sugli affitti

ROMA — Imprese, commercianti, agricoltori, enti no profit da ieri possono accedere ad un credito d'imposta che arriva fino al 60% del canone mensile di locazione, leasing o concessione per gli immobili ad uso non abitativo dove si svolgono attività industriali, commerciali, artigianali o agricole. Tra i beneficiari anche gli enti del terzo settore e gli enti religiosi.

Un aiuto per la ripartenza contenuto del Dl Rilancio che diventa operativo con il codice tributo "6920" istituito da Agenzia delle Entrate per consentire alle imprese la compensazione con modello F24. È inoltre stata resa disponibile la circolare n.14 che fornisce i primi chiarimenti sull’utilizzo della misura (la circolare è scaricabile in pdf in fondo all'articolo).

Per poter usufruire dell'agevolazione è necessario che i ricavi della propria attività devono essere scesi di almeno il 50% nel corso dei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 a causa dell’emergenza economica portata dal Covid-19.

Il credito è pari al 60% del canone di locazione degli immobili a uso non abitativo e al 30 del canone per i contratti d'affitto d'azienda.

Questa agevolazione permette alle aziende e ai professionisti di "convertire" parte del canone di locazione pagato nei mesi di marzo, aprile e maggio in credito d’imposta spendibile in fase di dichiarazione dei redditi o per compensare altri debiti fiscali.

Il credito d'imposta riguarda tutti coloro che svolgono attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro registrati nel corso del 2019. Se si tratta di attività alberghiera o agrituristica, l'agevolazione sui canoni di locazione può essere richiesta indipendentemente dai ricavi registrati nel corso dell’anno precedente.

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