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Attualità lunedì 24 febbraio 2020 ore 19:15

Rossi: "Non tornino in Toscana i cinesi senza alloggio"

Questa richiesta è stata rivolta dal presidente della Regione al console cinese che però non ha risposto. Il quesito è stato quindi girato al governo



FIRENZE — Sarebbero circa 700 i lavoratori cinesi o italo cinesi che nei prossimi giorni potrebbero rientrare in Toscana per riprendere la loro attività dopo aver trascorso in Cina il capodanno. 

Nel corso di un incontro con il console cinese avuto oggi, il direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Toscana centro ha rivolto due richieste alle autorità cinesi: 

1) l’elenco dei nominativi delle persone che devono ancora tornare e che sono prive di un alloggio adeguato per garantire la permanenza domiciliare fiduciaria (ovvero un domicilio certo in cui rimanere sulla fiducia, condizione obbligatoria per tutti coloro che rientrano dalla Cina anche se non presentano i sintomi dell'influenza da coronavirus); 

2) in assenza di un alloggio da indicare come domicilio certo, la Regione ha chiesto al console cinese che queste persone non facciano ritorno in Toscana fino a quando l'emergenza coronavirus non sarà rientrata.

L’elenco dei nominativi però non è arrivato e sul secondo punto il consolato ancora non ha risposto. Così il presidente della Regione Enrico Rossi ha deciso di investire della questione il Governo inviando una lettera a Palazzo Chigi (leggi qui il testo), firmata anche dal sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni. La stessa missiva è stata inoltrata anche al ministro della salute, al ministro degli affari esteri e al commissario straordinario e capo della protezione civile Borrelli.

“Abbiamo appreso dagli organi di stampa - scrivono Rossi e Biffoni - che circa 500 lavoratori cinesi e italo-cinesi a Prato e circa 200 a Firenze starebbero rientrando dalla Repubblica popolare cinese per riprendere la loro attività presso il distretto del pronto moda della Toscana centrale e che una parte degli imprenditori, per il tramite di un loro rappresentante, Xu Quilin, si sarebbero dichiarati indisponibili a provvedere, come di consueto, ai loro alloggi alle condizioni preesistenti, facendo così venir meno un domicilio certo”. 

"In questo modo all’emergenza sanitaria se ne aggiungerebbe una sociale ed abitativa - spiegano ancoras Riossi e Biffoni - In assenza di risposte dal consolato, la Toscana chiede così al Governo di attivarsi presso l’ambasciatore cinese a Roma e presso la Repubblica popolare cinese".

La Regione ha chiesto al consolato cinese anche l'elenco dei nominativi di cinesi che a loro risultino già tornati in Italia e che si trovino in Toscana, ma anche su questo la risposta "non è stata finora soddisfacente" si legge in una nota dell'ente.


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