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Attualità mercoledì 24 agosto 2016 ore 19:31

Alla ricerca dei dispersi fra macerie e morte

Servizio di Serena Margheri

Secondo il settore sismico della Regione Toscana, il terremoto che ha devastato il centro Italia ha le stesse caratteristiche del sisma de L'Aquila



RIETI — Il terremoto che la notte scorsa ha seminato distruzione e morte nelle province di Rieti, Perugia, Ascoli Piceno, l'Aquila e Teramo ha le stesse caratteristiche e la stessa intensità del sisma che nel 2009 colpì l'Aquila. Come allora, anche in questo caso lo sciame sismico non si fermerà in tempi brevi. E, come allora, il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora (è stata superata la soglia di cento) e si vivono ore frenetiche alla ricerca dei dispersi: operazioni effettuate casa per casa, strada per strada, a cui anche la Toscana partecipa con unità cinofile e personale specializzato dei vigili del fuoco e della protezione civile.

Sescondo uno studio redatto dal settore sismico della Regione Toscana, la sequenza sismica, dopo le quattro scosse spaventose di magnitudo 6, 5.4, 4.3 e 4.2 della notte scorsa,  ha proseguito nel corso della giornata con altre 300 scosse.

L'area colpita è tra quelle catalogate a più alta pericolosità sismica: il distretto, nella sua storia, è stato frequentemente interessato da terremoti comei quello di Norcia di magnitudo 5,9 del 19 settembre 1979.

Il modello tettonico all'interno del quale si è sviluppato il sisma è di tipo distensivo: le placche si sono allontanate generando una frattura che poi ha provocato il terremoto. Un fenomeno che risponde alle caratteristiche geologiche di quest'area, come anche della Toscana. Il movimento opposto, quello in cui le placche si comprimono, è tipico invece dell'area adriatica.

Dal settore sismico della Regione Toscana è pronto a partire un primo gruppo dei 57 tecnici abilitati al censimento dei danni e alla valutazione dello stato degli edifici.


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