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Attualità lunedì 25 luglio 2016 ore 14:49

Toscani in salute ma spendono troppo in farmaci

L'assessore regionale Saccardi ha presentato l'ultima indagine sui servizi sanitari condotta dalla Scuola superiore S.Anna di Pisa



FIRENZE — Promosse l'assistenza ospedaliera e quella domiciliare, bocciate la spesa farmaceutica elevatissima e le liste di attesa interminabili, soprattutto per gli interventi chirurgici per i malati oncologici. 

Le prestazioni della sanità toscana nel 2015 sono state vagliate anche quest'anno dal laboratorio Management e Sanità della Scuola superiore S.Anna di Pisa, diretto da Sabina Nuti. Un complesso sistema di indicatori e di bersagli i cui risultati, soprattutto se confrontati con altre realtà regionali (ne sono state valutate, oltre alla Toscana, altre 12) tracciano un quadro che l'assessore regionale alla salute Stefania Saccardi definisce "molto buono".

La maggior parte degli indicatori oggetto di monitoraggio nel 2015 è migliorato rispetto al 2014 e per il 37.5 per cento di essi si registra, oltre ad un miglioramento, anche la riduzione della variabilità intra-regionale, a riprova della buona capacità di governance del sistema.

Gli indicatori relativi di mortalità infantile, per tumori, per malattie cardiocircolatorie e per suicidi denotano il buon livello di salute della popolazione toscana.

In riferimento alla capacità di migliorare specifiche politiche sanitarie, la copertura vaccinale si conferma ampia per tutte le tipologie di vaccinazioni, in particolare l'esavalente, per quanto debba essere tenuta alta la guardia per il vaccino antinfluenzale destinato agli anziani gli anziani (comunque in miglioramento rispetto al 2014).

L'attenzione verso la gestione del dolore, misurata tramite il consumo di farmaci oppioidi, è nella media e in ulteriore miglioramento rispetto al 2014.

I programmi di screening oncologici presentano una buona copertura, in termini sia di estensione che di adesione da parte della popolazione.

Si conferma un punto di forza del sistema sanitario toscano l'appropriato ricorso al setting ospedaliero: il tasso di ospedalizzazione complessivo è il più basso del network con 129,7 ricoveri ogni 1.000 residenti. Il dato va letto sia in riferimento all'efficiente organizzazione dei percorsi intra-ospedalieri, sia alla capacità dei servizi territoriali di prendere in carico i bisogni di salute della popolazione toscana.

Tra il 2014 e il 2015 si è ridotta ulteriormente la durata delle degenze - sia di tipo medico, sia di tipo chirurgico - confermando l'uso efficiente della risorsa ospedaliera. I tempi di attesa prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al retto e per tumore alla prostata, sono leggermente superiori ai 30 giorni massimi previsti dal Ministero mentre i tempi di attesa in Pronto Soccorso sono complessivamente in linea con quelli delle altre Regioni.

La percentuale di anziani assistiti a domicilio è la più alta del network.

L'area farmaceutica è probabilmente il settore più critico: se i dati dell'Agenzia Italiana del Farmaco indicano un recupero dell'appropriatezza delle prescrizioni, il consumo di antibiotici, è più alto rispetto alle altre regioni del network.

Riguardo infine alla sostenibilità economico-finanziaria del sistema sanitario toscano, sono contenuti sia il costo sanitario pro-capite, sia il costo per l'assistenza ospedaliera (nonostante un leggero incremento tra 2013 e 2014).

L'assessore Saccardi ha presentato anche i risultati sull'indagine avviata nei mesi scorsi per misurare il lvello di soddisfazione degli utenti toscani delle servizi sanitari: nel complesso il giudizio è buono o ottimo per l'86,3 per cento dei cittadini interpellati (era l'83,7 per cento nel 2014 e l'81,2 per cento nel 2011).

Resta stabile la percentuale di utenti che - sicuramente o forse - raccomanderebbero il servizio, in caso di bisogno, a parenti e amici, 95 per cento nel 2016 come nel 2014.

In miglioramento anche le valutazioni che riguardano il lavoro di squadra dei professionisti, medici e infermieri, incontrati durante il ricovero, con valutazioni buone o ottime per l'83,1 per cento degli intervistati.


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Servizio di Serena Margheri
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