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Lavoro lunedì 16 novembre 2015 ore 17:30

Per la Piaggio serve un piano industriale

Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom: "Bene i nuovi modelli, ma prospettive incerte con la continua ricerca dell'abbassamento dei costi"



PONTEDERA — "Nel corso di questi mesi abbiamo verificato ed approfondito la situazione del gruppo Piaggio in Italia, della sua occupazione, l'indotto, l'organizzazione del lavoro e la gestione degli ammortizzatori sociali. Abbiamo coinvolto anche i lavoratori di tutto il gruppo attraverso uno specifico questionario che ci ha permesso di fare una concreta analisi sulle condizioni reali di vita e di lavoro che pubblicheremo a breve".

Così Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom gruppo Piaggio.

Che continua: "I dati pubblicati dall'azienda mettono in evidenza che la Piaggio si rafforza sul mercato in Europa, cresce il fatturato e cala il debito, ma nello stesso tempo notiamo che le vendite in Asia diminuiscono e la redditività non appare positiva. I dati però vanno visti in rapporto a quali riferimenti, anche perchè seppur vi sia qualche lieve segnale, non si può parlare di ripresa".

"Ci fa piacere - sottolinea l'esponente della Fiom - che siano evidenziati investimenti e nuovi modelli di scooter, moto, bici elettriche innovative e studi specifici per capire la mobilità del futuro e a Pontedera a breve sia ultimato lo stabilimento robotizzato di verniciatura. Tuttavia, permane un cospicuo e preoccupante utilizzo degli ammortizzatori sociali negli stabilimenti Piaggio e Aprilia e molti modelli ormai sono prodotti in Cina, Vietnam e India".

"Quote di utili vengono comunque distribuite agli azionisti mentre vi sarebbe la necessità - aggiunge Braccini - di concentrare ulteriori investimenti sulla struttura industriale in Italia dove negli stabilimenti permane una incertezza dovuta anche alla mancanza di sviluppo di nuovi modelli nei reparti Sperimentale. Vi è necessità di produrre nuovi modelli negli stabilimenti italiani, investire ulteriormente sugli impianti, in tecnologia e formazione dei lavoratori per tornare a saturare gli impianti".

"Non crediamo che si possano creare le prospettive in Italia se vi è la continua ricerca dell'abbassamento dei costi - conclude il coordinatore nazionale Fiom gruppo Piaggio -. Bisogna che si persegua la via alta dello sviluppo, che nelle aziende in Italia venga alzato di un gradino la qualità del prodotto, perchè pensiamo che sia questa la fase in cui si determineranno le condizioni future per poter tornare ad avere stabilimenti pienamente produttivi. Bisogna confrontarci su un chiaro piano industriale del gruppo in Italia per creare le prospettive di ripresa future all'interno di un sistema di gruppo di un'impresa ormai globale".


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