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Cronaca mercoledì 14 settembre 2016 ore 11:48

Ville di lusso per turisti nascoste al fisco

Conclusa l'operazione "Black and breakfast" della Finanza che ha portato alla luce 13 milioni di ricavi non dichiarati in strutture di lusso



VIAREGGIO — "Alcune attività controllate lavoravano in completa evasione fiscale", hanno spiegato le fiamme gialle. Complessivamente sono stati riscontrati ricavi non dichiarati per oltre 13 milioni di euro, oltre ad un'Iva evasa di tre milioni di euro e la segnalazione di manodopera in nero. Denunciate tre persone per reati tributari.

L'operazione che è nata dallo sviluppo di una precedente attività, ha analizzato l'attività di alcuni intermediari versiliesi basandosi anche sulle inserzioni pubblicate on-line e incrociando tutto con le banche dati della guardia di finanza. 

I controlli incrociati hanno consentito alle Fiamme Gialle viareggine di accertare l'esistenza sul territorio versiliese di prestigiose dimore storiche e antichi casali curati negli arredi e ricercati nei confort (massaggi, sauna, private chef, autonoleggio, guida turistica ) e la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati al fisco dai proprietari e l'elevato valore commerciale del soggiorno-vacanza offerto on-line, che si aggirava mediamente tra i 4.000 e i 12.000 euro a settimana.

"In realtà, i prezzi praticati sarebbero dovuti rientrare nella norma ma, di fatto, all'interno di queste strutture veniva svolta a tutti gli effetti una vera e propria attività imprenditoriale, in completa evasione delle imposte", hanno spiegato i finanzieri.

"Per di più, in alcuni casi, i pagamenti delle locazioni avvenivano estero su estero, così come le prenotazioni e i contatti formali tra i clienti e i gestori. I clienti pagavano l'intero importo del soggiorno, compresi gli extra, senza far apparire nulla in Italia. Addirittura, in un caso, è stato locato un intero castello medioevale in collina, completo di una piscina riscaldata, una prestigiosa cantina di vini e di una annessa chiesetta". 

Il meccanismo di evasione consisteva nel nascondere al fisco italiano l'esistenza di conti correnti accesi presso istituti di credito esteri sui quali i clienti stranieri accreditavano sistematicamente le somme di denaro utilizzate per pagare i soggiorni turistici.

Sono state confiscate agli indagati somme per oltre mezzo milione di euro.


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