Lavoro

La protesta degli "schiavi" della siderurgia

A Piombino 12 operai della Lucchini e di altre aziende dell'indotto hanno indossato tute da carcerati e messo le catene ai polsi contro il Jobs Act

"Articolo 18 tagliato, lavoratore incatenato". Questa la scritta che appare su uno dei cartelli esposti dai dipendenti delle aziende siderurgiche dell'area attorno a Piombino - Lucchini in primis, ma anche Arcelor Mittal e Sol - che a partire dalla mezzanotte tra il 7 e l'8 ottobre, metteranno inscena uno sciopero di 24 ore

Lavoratori esasperati per la situazione di stallo che contraddistingue il settore e che il prossimo 13 ottobre parteciperanno allo sciopero unitario di metalmeccanici e chimici organizzato a Livorno.

"Piombino deve tornare a produrre acciaio", recita un altro degli cartelli esposti dagli operai, tra cui c'è anche Paolo Francini che già due volte ha dato vita a scioperi della fame per salvare la Lucchini e il proprio posto di lavoro. "Vogliamo impedire lo stravolgimento dello statuto dei lavoratori - ha detto Francini - chiedendo che si arrivi allo sciopero generale e se necessario a un referendum".