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Poca neve, Federfuni chiede lo stato di calamità

Grave preoccupazione per le aziende che gestiscono gli impianti e per l'indotto che deriva dal turismo invernale in Appennino

E' una preoccupazione che riguarda anche la montagna pistoiese quella espressa da Federfuni che in una nota spiega di voler chiedere lo stato di calamità naturale al Governo, al Parlamento e ai presidenti delle Regioni.

Poche nevicate e temperature non adeguate a garantire una buona stagione. Queste le ragioni della richiesta.

"Federfuni Italia - si legge nella nota - ritiene che la situazione sia estremamente grave e che le difficoltà economico finanziarie che stanno colpendo le aziende che esercitano gli impianti a fune, ma anche tutte le altre aziende dell'indotto a partire dalle attività alberghiere e commerciali per arrivare anche alla categoria dei maestri di sci necessitano di un immediato intervento finalizzato alla dichiarazione di stato di calamità naturale".

Il riconoscimento comporterebbe "l'attivazione di tutta una serie di provvedimenti che consentano a questa importante fetta dell'economia del turismo di poter sostenere adeguatamente le proprie aziende e di continuare le proprie attività nell'attesa della tanto sperata nevicata".

Il problema principale, per Federfuni, è costituito dalle ripercussioni sui lavoratori: "Visto che la situazione sta coinvolgendo anche decine di migliaia di dipendenti sia stagionali che a tempo indeterminato - prosegue la nota - dovranno essere attivati anche tutti quei provvedimenti inerenti gli ammortizzatori sociali che siano di sostegno anche per le maestranze".