Attualità

​Agricoltura flagellata da Covid e fauna selvatica

Nonostante le nuove disposizioni per il contenimento degli animali selvatici in Toscana, si temono effetti su occupazione e stabilità dei prezzi

La presenza sempre più frequente degli animali selvatici, cinghiali in primis, nelle campagna e perfino nei centri urbani, ha causato secondo le più recenti stime nazionali di Coldiretti un danno pari a 200 milioni di euro all'agricoltura. Un problema che non ha lasciato a parte la Toscana, considerando i numerosi avvistamenti di animali anche in piena città (vedi articoli correlati).

Proprio in Toscana, un'ordinanza della Regione ha di recente reso possibile di nuovo il contenimento della fauna selvatica. Il provvedimento è stato accolto con favore dagli agricoltori come ha sottolineato in una nota il presidente della Cia Toscana Luca Brunelli che ha ricordato "il problema degli ungulati e dei predatori selvatici" sia "una priorità che dura da molti anni in Toscana e prosegue adesso a prescindere dall'emergenza coronavirus". Per questo, ha detto Brunelli, è necessario non abbassare la guardia sui "400.000 ungulati che impediscono agli agricoltori di produrre".

A essere minacciati sono soprattutto semine, foraggi, frutta, ortaggi e vigneti, cioè le riserve alimentari del Paese, secondo Coldiretti che mette in rilievo anche un altro problema, quello della mancanza di "almeno 200.000 lavoratori stagionali per la chiusura delle frontiere agli stranieri che ogni anno arrivavano dall'estero garantendo un quarto delle giornate lavorative nei campi per poi tornare nel loro Paese". Da qui la richiesta al governo di attuare "una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire da parte di cassintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne".