Cronaca

Il pirata della strada tradito dal giubbotto

Individuato lo scooterista ha travolto e ucciso l'ex campione di ciclismo Mauro Gianneschi Ruffo: l'uomo, 34 anni, ha già ammesso tutto

Omicidio colposo, fuga e omissione di soccorso: queste le accuse a carico di un 34enne di Altopascio, denunciato a piede libero dalla polizia municipale per la morte di Mauro Gianneschi Ruffo, 84 anni, investito e ucciso il 21 gennaio scorso da uno scooter in località Chimenti. 

L'anziano, ex ciclista profesionista, detto lo "Scoiattolo dell'Abetone" dopo una tappa vinta al Giro d'Italia del 1954, morì dopo alcuni giorni di cure all'ospedale di Pisa.

L'uomo fermato dagli agenti, ha ammesso le sue responsabilità. A lui le forze dell'ordine sono arrivati dopo una complessa indagine, dato che mancava il numero di targa dello scooter. L'elemento che ha permesso di dare una svolta è stato un giubbotto rifrangente, simile a quelli usati dagli operai nei cantieri stradali, visto indossare al conducente. 

Gli investigatori hanno interpellato alcune ditte della zona, per capire se vi fossero dipendenti che utilizzavano lo scooter per il trasferimento giornaliero casa-lavoro. Il 34 è stato individuato, grazie una serie di appostamenti nel luogo dell'incidente proprio perché era tra coloro che trasnitavano su quella strada tutti i giorni.