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Amianto, in Toscana 886 siti inquinati

La nuova mappa dell'amianto parla chiaro, c'è molto da fare per la bonifica. Maglia nera a Piemonte e Lombardia, dati non sufficienti per la Sicilia

In Toscana secondo la mappatura del Ministero dell'ambiente che risale al 2013, ci sono 555 siti contaminati con classe di priorità di intervento molto bassa, 256 con priorità bassa, 118 priorità media, 175 classe alta, 4 siti con priorità molto alta. Tutto questo a due giorni dal report dell'Autorità idrica toscana che ha effettuato alcune analisi nelle tubature in cemento amianto, dove solo nel 5% dei casi sono state trovate fibre del minerale. 

I nuovi dati riguardano 14 regioni su 20, e indicano 11mila siti contaminati dall'amianto in Italia.

Ad oggi sono stati verificati, dal Ministero e dall'Inail, i dati per le seguenti regioni: Valle d'Aosta, Trento e Bolzano, Friuli, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.

Inoltre i dati raccolti necessitano di ulteriori verifiche in quanto le Regioni hanno utilizzato nella raccolta dei dati criteri non omogenei. A titolo indicativo circa il 50% dei dati è riconducibile a due sole regioni, Marche e Abruzzo, mentre non sono stati forniti dati per la regione Calabria e sono scarsissimi quelli forniti dalla Sicilia.

Tra questi Broni in Lombardia, Casale Monferrato e Balangero in Piemonte, ci sono l'area litorale vesuviana, l'area industriale della Val Basento, Biancavilla di Sicilia, Massa Carrara, Pitelli, Tito in Basilicata, l'Eternit di Priolo in Sicilia e quella di Bagnoli a Napoli, la Fibronit di Bari.