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Una beccaccia di mare nelle ex saline

L'avvistamento documenta l'importanza della zona umida di San Giovanni dove negli ultimi anni sono passati anche il fenicottero e l'airone rosso

Nei giorni scorsi nella laguna delle antiche saline, presso le odierne terme di San Giovanni, è stata avvistata una beccaccia di mare. Ad immortalare l'animale marino è stato la guida Parco Antonello Marchese.

"L'animale dalla vistosa colorazione bianca e nera, - spiega Marchese - probabilmente di passaggio, è stata fotografato mentre si nutriva all'interno delle pozze d'acqua presenti nel bacino quasi in secca per le basse maree, fenomeno legato anche alle particolari condizioni di alta pressione atmosferica. L'animale è rimasto a cibarsi al centro della laguna dove più usualmente cacciano gli stanziali airone cinerino e garzetta".

"La beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), - aggiunge Marchese - nota anche con il nome di ostrichiere, è un uccello di ripa piuttosto massiccio, della lunghezza di poco più di quaranta centimetri e un'apertura alare che raggiunge gli ottanta. E' caratterizzata dal colore nero nella testa, nel petto e nelle parti superiori, in forte contrasto con il bianco puro delle parti inferiori. Le zampe sono rosa e il lungo becco color arancio è leggermente volto all'insù. Questo uccello si nutre prevalentemente di molluschi bivalvi che apre con il robusto becco, ma non disdegna vermi e piccoli invertebrati. Il suo habitat è rappresentato dagli ambienti sabbiosi costieri, dalle zone fangose degli estuari e dalle lagune salmastre". 

"L'ambiente di nidificazione è rappresentato proprio da questo genere di coste basse. Si tratta di una specie diffusa nella zona paleartica, - prosegue Marchese - nidificando negli ambienti costieri dell'Europa e dell'Asia settentrionale, mentre è generalmente erratica o di passaggio nell'Europa centrale. In Italia la colonia principale è localizzata nel delta del Po, che rappresenta il suo habitat ideale".

"La presenza seppur temporanea della beccaccia - spiega Marchese - documenta ulteriormente l'importanza di questo piccolo fazzoletto di zona umida salmastra, area un tempo molto più estesa e rappresentata dalle antiche saline di Portoferraio, superficie poi occupata dagli impianti industriali degli altiforni e coperta dalla loppa da questi prodotta nella prima metà del XX secolo. Il bacino delle antiche saline di San Giovanni è una delle poche zone umide dell’isola d’Elba e dell’intero Arcipelago Toscano. Si tratta di un’estensione di bassissimi fondali fangosi che affiorano e vengono sommersi con l’alternarsi delle maree". 

"L’area - sottolinea Marchese - è un vero e proprio laboratorio biologico che, nonostante le apparenze, è ricchissimo di vita. Anche se ad un’osservazione superficiale appare un semplice specchio acqueo dal fondo melmoso in questo luogo esiste una particolare biocenosi marina costituita da animali, alghe e piante, terrestri e marine. Sono proprio questi gli ambienti adatti ai trampolieri e agli uccelli di ripa, proprio come la beccaccia di mare".

"Per definire il valore del luogo - conclude Marchese - bisogna ricordare che solamente degli ultimi anni vi sono state documentate, anche se con presenze temporanee, importanti specie dal punto di vista naturalistico e conservazionistico, quali il cavaliere d'Italia, l'airone bianco maggiore, il fenicottero, l'airone rosso, l'airone guardabuoi, l'airone cinerino, la garzetta, il piro piro piccolo, il piro piro boschereccio, il corriere piccolo, la pantana, la sgarza dal ciuffetto, la nitticora, il martin pescatore, la sterna beccapesci, la gallinella d'acqua e ora anche la beccaccia di mare".