Cronaca

Terremoto in Turchia, italiani a guida del team Onu

I primi esperti italiani ad arrivare sono stati vigili del fuoco e sanitari dei Sistemi Sanitari di Toscana e Lazio e funzionari di Protezione Civile

Su incarico dell’ONU saranno i vigili del fuoco italiani a coordinare i team Usar per i soccorsi ad Antiochia, si tratta delle squadre giunte in Turchia da Cina, Gran Bretagna, Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Oman, Hong Kong, Sud Africa, Slovacchia, Grecia, Argentina e Bahrain.

La struttura di coordinamento italiana, supportata nell’incarico da Cina, Gran Bretagna e Oman, provvederà a inviare sui siti di intervento i team in base alle priorità scaturite dalla lettura di dati e informazione raccolte.

I primi esperti italiani, tra coloro che sono sul campo sono stati vigili del fuoco e sanitari dei Sistemi Sanitari regionali di Toscana e Lazio oltre a funzionari del Dipartimento della Protezione Civile.

Partenza vigili del fuoco da Pisa

Un sistema che consente di rendere più efficiente ed efficace l’azione di soccorso, con l’obiettivo di salvare più vite umane possibile. Il centro di coordinamento di settore SCC è insediato all’interno del campo base dei vigili del fuoco a Hatay.

La popolazione turca è stata colpita dal forte terremoto di magnitudo 7.9, che alle 2.17 del 6 Febbraio ha coinvolto la Turchia meridionale e la Siria settentrionale.

L’Italia, infatti, a seguito della richiesta di aiuti arrivata al Meccanismo Unionale di Protezione Civile da parte delle autorità turche, si è subito attivata attraverso il Servizio nazionale della protezione civile, inviando prima un team avanzato di esperti appartenenti al Dipartimento della Protezione Civile e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e poi un secondo team per la ricerca e soccorso in ambiente urbano (USAR) integrato da personale sanitario.

Gli operatori Usar dei vigili del fuoco, i medici e gli infermieri arrivati nella primissima mattina insieme al personale del Dipartimento della Protezione Civile, hanno iniziato a operare in raccordo con le autorità locali e gli altri soccorritori internazionali ad Antiochia, a sud del paese ad un centinaio di chilometri con il confine siriano.