Cronaca

Bancarotta Etruria, in ventuno a giudizio

La Procura di Arezzo ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 dei 22 indagati per bancarotta fraudolenta nell'inchiesta di Banca Etruria

Per 21 degli indagati nell'inchiesta per bancarotta di Banca Etruria, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ha chiesto il rinvio a giudizio, ma per 11 tra dirigenti e membri del cda la posizione si attenua: sono infatti accusati di bancarotta colposa. 

Dieci invece dovranno difendersi dall'accusa di bancarotta dolosa o fraudolenta. Tra questi gli ex presidenti della banca Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi, l'ex direttore generale Luca Bronchi, gli ex vicepresidenti Giovanni Inghirami e Giorgio Natalino Guerrini e i due membri del cda Augusto Federici e Alberto Rigotti nonché i dirigenti Federico Baiocchi, Paolo Luigi Fumi e Piero Burzi. 

Ancora da fissare la data dell'udienza preliminare davanti al Gup. Un dirigente esce invece di scena definitivamente. Questa prima tranche del filone sulle presunte distrazioni patrimoniali riguarda 180 milioni di euro di crediti concessi e mai rientrati.

Anche tra gli accusati di bancarotta fraudolenta le posizioni sono diverse. Fornasari e Bronchi si vedono contestare gran parte dei finanziamenti concessi e non rientrati che avrebbero creato il dissesto della banca aretina, Guerrini i finanziamenti relativi allo Yacht Etruria e alla High Facing, Inghirami risponde della High Facing e dell'outlet pescarese di Castel Sant'Angelo che è anche l'unico capo di imputazione di Lorenzo Rosi. A Federici viene contestato il caso Sacci cementerie, a Rigotti i crediti Hevea e Pegasus.