Giaocomo Ciriello ha deciso di non pronunciare una parola davanti al giudice per le indagini preliminari che lo ha incontrato in carcere e che poi, preso atto del suo silenzio, ha convalidato il suo arresto per l'omicidio premeditato del padre, aggravato dal vincolo di parentela e dai futili motivi. Il delitto è avvenuto la notte fra domenica e lunedì a Lucignano, nell'abitazione della vittima. Raffaele Ciriello aveva 51 anni e faceva il fabbro. Il figlio non gli aveva mai perdonato la separazione della madre.
Giacomo ha sparato a bruciapelo contro il padre tre colpi, il primo andato a vuoto (forse una prova), il secondo allo zigomo (fatale) e il terzo al braccio.
L'autopsia è stata eseguita nel pomeriggio dall'équipe di medicina legale di Siena.
L'avvocato difensore di Giacomo lo ha descritto come un ragazzo molto chiuso che però si è preoccupato di farsi recapitare in carcere un pacco contenente 32 libri, ordinati prima dell'omicidio. Il corriere glielo consegnerà in carcere.